Ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine per gli ennesimi scontri in Val Susa con la popolazione per la questione Tav. Martedì, a San Didero, i poliziotti hanno usato gas lacrimogeni e idranti verso le persone e le hanno inseguite con una caccia all’uomo arrivata persino nelle case degli abitanti. Alberto Cirio, presidente della Regione, ieri, 16 aprile, a Serravalle Scrivia, con il suo intervento si è voluto ancora una volta mostrare “uomo della legalità e dal fare”. “Sono contento di essere arrivato qui senza aver dovuto attraversare centinaia di controlli da parte di poliziotti e militari – ha detto – che sono ancora là in Val Susa, ai quali va la mia solidarietà. Sono ancora là perché c’è ancora qualcuno che non si convince che in democrazia è giusto dire la propria idea ma poi, fatta la scelta, si deve andare avanti”. Parole che non piaceranno ai valsusini, da anni militarizzati per un’opera discussa poiché inutile anche se ufficialmente approvata dalle istituzioni, tranne che dal territorio. Cirio, ieri, a parlato di “futuro radioso”, grazie a opere come il Tav e il Terzo valico. A Serravalle ieri è stato abbattuto l’ultimo diaframma della seconda galleria del tunnel scavato da Novi Ligure e transitato sotto l’area commerciale serravallese.

Alberto Cirio

Alla presenza online del titolare della Salini Impregillo, Pietro Salini, nonché del ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, sono stati ribaditi gli slogan che da decenni riguardano il Terzo valico, a cominciare dal fatto che sarà utilizzato anche per i passeggeri, con un risparmio di tempo di ben 40 minuti tra Genova e Milano, quando la tratta si ferma a Tortona ed è in realtà dedicata alle merci. Il tutto per la modica cifra di 6,2 miliardi. Tornando a Cirio, l’esponente forzista è stato preso di mira dai Cinque Stelle per la sua uscita serravallese pro Terzo valico. Infatti, per la Genova-Tortona la legalità tanto sbandierata per la Val Susa sembra non valere. La questione riguarda la prescrizione che la Regione nel 2017 aveva imposto al Cociv: attivare un trasporto ferroviario per lo smarino scavato ad Arquata per eliminare parte dei camion dalle strade. Il Cociv non ha mai fatto nulla e ha pure impugnato al Tar il provvedimento, ricorso bocciato, ma la Regione si è girata dall’altra parte sostenendo che la legge del 2016 non prevede sanzioni. “I più alti rappresentanti della Regione Piemonte, a partire dal presidente Cirio, ieri anno celebrato il Terzo valico. Dimenticano però che Cociv, la società responsabile del cantiere, ignora completamente le prescrizioni della stessa Regione Piemonte.

Sean Sacco (m5s)

Solo pochi giorni fa – spiega il capogruppo M5s Sean Sacco – abbiamo portato il caso in Consiglio regionale, presentando un ordine del giorno con una semplice richiesta: introdurre, con tempistiche certe, strumenti come diffida, revoca e sanzione nei confronti di chi non ottempera alle prescrizioni contenute nei documenti autorizzativi del piano di reperimento e di gestione dei materiali litoidi occorrenti per la realizzazione di opere pubbliche, previsto dalla l.r. 23/2016 “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave”. Qualcosa di normale in uno Stato di diritto, ma non in Piemonte. Abbiamo così assistito – prosegue Sacco – alle surreali dichiarazioni dell’assessore al Bilancio Tronzano, nonché collega di partito di Cirio, che senza tanti giri di parole ha detto che in questo momento la Regione non intende introdurre provvedimenti per far rispettare le prescrizioni contenute nell’autorizzazione regionale al piano di reperimento e di gestione dei materiali litoidi. Altrimenti, significherebbe bloccare il Terzo Valico e “non possiamo permettercelo”. Insomma – conclude Sacco -, per questa Giunta regionale sono più importanti gli interessi di Cociv rispetto al rispetto delle prescrizioni della stessa Regione Piemonte. Un pessimo segnale nei confronti di tutti i cittadini piemontesi che osservano, con onestà, leggi e regolamenti”.