Due anni di reclusione, con la condizionale, per Teresa Gandolfo, ex storica direttrice dell’asilo nido di Arquata Scrivia. La condanna le è stata inflitta dal tribunale di Alessandria con rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di pena. La donna era accusata di peculato e falso per essersi appropriata negli anni di cifre ingenti riferite alle rette degli iscritti al nido, intitolato a Emilia Morando, ex amministratrice comunale. La vicenda era nata nel 2017 da un esposto sottoscritto dal primo cittadino, Alberto Basso. Nel nido risultavano infatti più iscritti del previsto, non registrati ufficialmente, ed era emersa una contabilità parallela. La Gandolfo versava al Comune solo una parte delle rette che riceveva personalmente dai genitori per gli iscritti regolari, mentre si teneva tutte le somme dei bambini irregolari. Un danno enorme per le casse comunali, stimato in centinaia di migliaia di euro.
Teresa Gandolfo, all’epoca dei fatti, venne inizialmente difesa da vari esponenti politici arquatesi, non appartenenti alla maggioranza consiliare. Era considerata da tutti, anche dagli amministratori in carica, persona stimata e di fiducia. Dopo l’avvio delle indagini da parte dei carabinieri la donna venne licenziata dal Comune e tentò di difendersi sostenendo di essere affetta da ludopatia, una tesi che non ha retto. Infatti, lei stessa, di fronte alle prove inconfutabili del suo comportamento, dopo essere stata rinviata a giudizio, ha risarcito il Comune con 40 mila euro e poi con 51 mila euro della sua liquidazione. Il giudice, nel condannarla, ha disposto una provvisionale a favore del Comune di 260 mila euro e rimandato al tribunale civile il calcolo dei danni a favore dell’ente difeso in giudizio dall’avvocato Emiliano Bottazzi.