Otto teleferiche a sbalzo tra i versanti montani del Rio Cosorella. È una delle previsioni del progetto di taglio dei boschi di Cosola presentato lo scorso anno dalla Carbotermo di Milano insieme alla Il nocciolo di Alessandria e alla Santa Ildegarda di Vigevano, che interessa i territori di Cabella e Carrega. Per arrivare nelle aree boscate sono ovviamente necessarie piste e strade fra gli alberi per far transitare camion e trattori, con tanto di piazzole, svincoli e, per l’appunto, teleferiche. Interventi che hanno per altro ottenuto fondi pubblici dalla Regione. Il taglio riguarderà sei ettari per la produzione di pellet. Lo scorso anno il Comitato per il territorio delle Quattro Province aveva evidenziato che la località, chiamata Val Gallina, si trova in un’area tutelata poiché, come i versanti dei monti Legnà, Cavalmurone e Porreio, anch’essi interessati, sono classificati come “corridoio ecologico”. La Regione, sollecitata dal comitato, aveva sostenuto la necessità di uno studio di carattere ambientale, la valutazione di incidenza. Ora le Aree protette dell’Appennino Piemontese, gestore del sito di importanza comunitaria Massiccio dell’Antola, Monte Carmo, Monte Legnà, ha incaricato l’Ipla, cioè l’istituto regionale per le piante da legno e l’ambiente, di valutare il progetto, in particolare per quanto riguarda le teleferiche, per prevede eventuali modifiche o alternative. “Nel 2016, per primo – spiegano dal Comitato per il territorio delle Quattro Province – il nostro comitato ha chiesto di fare luce sui progetti di sfruttamento dei boschi della val Gallina e di altre aree boschive storicamente legate alla collettività del paese di Cosola, che sono pervenute a una società privata per effetto di vendite effettuate dalla disciolta Comunità montana, dall’Istituto per il sostentamento del clero e da alcuni privati”.
Il comitato ha sempre battuto sul tasto della trasparenza e del rispetto delle regole, in particolare, la necessità di sottoporre a una valutazione di incidenza l’impatto del progetto rispetto al corridoio ecologico che comprende l’intero versante della dorsale Porreio-Legnà-Cavalmurone. Proposta che è stata per forza di cose accolta, oltretutto dopo che, come ricorda ancora il comitato, “nel luglio dello scorso anno abbiamo anche segnalato in modo formale ai soggetti competenti che sotto l’antica chiesetta di Sant’Antonio a Cosola erano stati compiuti degli interventi apparentemente funzionali al progetto de Il Nocciolo. Ci risultava infatti che il progetto avesse ottenuto una autorizzazione idrogeologica, ma che la necessaria autorizzazione paesaggistica da parte del comune di Cabella Ligure non fosse stata ancora concessa (né, successivamente si sono avute notizie diverse), e che, comunque, occorresse una valutazione del progetto, ora instaurata. Consideriamo un primo risultato positivo questa notizia. Non cambia il nostro giudizio sull’operazione – concludono i componenti del comitato -, in sé legittima, ma che si configura come una grave alienazione di beni comuni a favore di una società privata interessata allo sfruttamento commerciale di un ambiente forestale che, oltre a rivestire un valore ecosistemico inestimabile in termini ambientali e di fruizione turistica, viene così sottratto ad una possibile gestione comunitaria sostenibile, in termini di filiera locale e conseguente ricaduta economica per il territorio”.