Falso Montebore sui banchi di un supermercato a Tortona

Solo la sua forma a torta nuziale ricorda il celebre formaggio.

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Non è certo la cosa più semplice del mondo imitare un prodotto di alta qualità e venderlo prezzi stracciati. Anzi, è assolutamente impossibile. La perfezione richiede materie di pregio, grande manualità, esperienza e anche amore. Chi non è in grado di creare un prodotto valido in proprio lo imita.

Il gastronomo Edoardo Respelli

Così è successo anche ad un prodotto del nostro territorio il “Montebore”, il noto formaggio riscoperto oltre vent’anni fa dal caseificio Vallenostra. Una formula vincente che lo ha portato in vari paesi del mondo. Il Montebore, da anni presidio Sloow-Food, ha avuto testimoni di eccellenza, successo mediatico e naturalmente ha anche un suo Consorzio e, chi ne fa parte deve seguire un protocollo preciso.

Se c’è un metro indiscutibile sul quale misurare il successo di un prodotto, è che venga imitato. – Dicono dal Consorzio – Come accade per le grandi firme della moda o della tecnologia, ma la versione tarocca è infinitamente inferiore alla qualità, per questo venduta a basso prezzo, che di fatto è il loro valore. Anche i prodotto enogastronomici hanno i loro “falsi” soprattutto i formaggi, vantano infiniti tentativi di imitazione: dal Parmesan al Reggianito, al Cambozola tedesco.

Anche un formaggio di antico nobil lignaggio come il Montebore, già amato e utilizzato da Leonardo da Vinci per celebrare regali nozze, si è di recente unito al prestigioso “Club” dei formaggi più imitati: nel cuore stesso della “sua terra”, il tortonese che lo ha viso nascere e crescere nei secoli, è stato messo in vendita presso il centro commerciale Oasi, su un banchetto, un suo facsimile che, oltre ad imitarne pedissequamente la forma che nessun altro formaggio può avere, ha anche scelto non a caso un nome assonante: Formaggio Montebuono.

Inutile dire che “Sua maestà il Formaggio Montebore” è di tutt’altra pasta: se il grandissimo musicista Ennio Morricone ebbe a dire in relazione alle sette note che “nei casi di plagio la malafede salta subito agli occhi. Cioè alle orecchie”, nel caso del Montebore il plagio salta immediatamente… al palato: i suoi latti misti, prodotti nell’ambiente naturale inimitabile delle vallate appenniniche del Tortonese e il suo disciplinare di produzione antico ne fanno un unicum ancor oggi degno di Monna Lisa e altrettanto inimitabile.

Elisa Isoardi a Unomattina con il Montebore

Inutile dire che il consorzio di tutela si è già mosso per rivendicare l’unicità di quel prodotto che sempre più si va affermando sui mercati e attraverso il quale passano, cosa non meno importante, parte delle speranze di riscatto di un’area economicamente oggi marginalizzata ma ricca di potenzialità come quella delle valli Borbera, Curone, Grue, Ossona e Spinti”.