Le torri eoliche faranno calare il numero degli escursionisti e ci saranno ricadute economiche negative sull’economia locale. La Commissione Tutela Ambiente Montano del Cai di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta interviene sul progetto della 15 Più Energia riferito ai crinali tra il monte Giarolo e il Chiappo puntando il dito, in particolare, sulle conseguenze per l’escursionismo, una delle principali risorse dell’Appennino alessandrino. Le cime dei monti tra Val Curone e Val Borbera sono tra le più frequentate grazie ai tanti sentieri che le percorrono, grazie ai quali si può godere di panorami spettacolari in un ambiente ancora quasi del tutto incontaminato. Una situazione che cambierà radicalmente con l’installazione delle 20 torri, alte 200 metri. “Dodici di esse – sostiene il Cai – sono previste sul crinale tra il monte Chiappo e il monte Bogleglio e fiancheggerebbero un tratto dello storico percorso della “Via del Sale” che collega la Lombardia al Mar Ligure, cammino molto conosciuto e frequentato. Chi potrebbe pensare di fare trekking al cospetto di tali rumorosi macchinari? Probabilmente tutta la struttura sentieristica della zona, inserita nella Rete Escursionistica Piemonte, composta da diversi itinerari conosciuti e frequentati anche da stranieri, risentirebbe sicuramente della presenza di pale incombenti sulla Valle, elementi che non costituiscono certo lo skyline ideale per chi ama camminare in montagna e neppure per chi è interessato ad un turismo legato al relax e all’enogastronomia. Il risultato – aggiunge il Cai – sarebbe una riduzione significativa dei fruitori dell’offerta turistica con conseguenze pesanti sull’economia di paesi che, dopo l’epidemia di Covid, stanno ora cominciando a vedere un’inversione di tendenza rispetto all’abbandono del territorio degli anni passati e a sperare in un futuro possibile per le proprie comunità. Comunità che sarebbero estranee al guadagno legato alla produzione di energia elettrica e non possono essere certo risarcite dei disagi che andrebbero a subire con opere di compensazione talvolta discutibili”. Inoltre, “il piano non prende in considerazione il fatto che molti degli aerogeneratori inciderebbero sulla Zona di protezione speciale “Dorsale monte Chiappo – Monte Ebro”, in contrasto con le normative di tutela degli ecosistemi e della biodiversità. Le pale, per rispettare la legislazione piemontese dovrebbero essere poste a 50 metri dal filo di cresta”. L’associazione ricorda anche “la modifica della viabilità in Valle Staffora e in Valle Curone, la creazione di larghe strade sui pendii montani per portare i giganteschi pezzi in quota, enormi fondazioni ed un elettrodotto per trasportare l’energia prodotta. Non si può che essere d’accordo con l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica, ma l’impianto proposto è di carattere industriale e andrebbe a snaturare un ambiente caratterizzato da un elevato grado di biodiversità, un patrimonio naturale frequentato da fruitori di un turismo lento e consapevole, escursionisti e viaggiatori che stanno contribuendo a supportare la piccola economia del territorio. La sostenibilità è tale solo se tiene conto dei fattori ambientali, sociali ed economici”.