Il Comune tace sull’ennesimo incidente lungo la strada di Valle

Silenzio sulla morte di Marco Milanese, ennesima vittima nel famigerato rettilineo. Partita la petizione lanciata fra i residenti per avere maggiore sicurezza

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L'incidente di domenica scorsa in località Valle, a Gavi

E’ un silenzio imbarazzato quello del Comune, sull’incidente mortale di domenica in località Valle, a Gavi, lungo la famigerata strada provinciale 161. Una morte, quella di Marco Milanese, 28 anni, di Vignole Borbera, sposato a Gavi con Erika Pastorino, evento che ha riportato alla ribalta il tema della sicurezza di questa strada dove il limite dei 50 km orari viene difficilmente rispettato, considerata una delle tratte nere della viabilità provinciale, lungo la quale ben poco è stato fatto per evitare incidenti.

Marco Milanese

I residenti sono pronti a chiederne conto sia alla Provincia, proprietaria della strada, sia al Comune, competente della sicurezza essendo Valle un centro abitato, in base al codice della strada. Un questione, quella delle competenze, che già undici anni fa era stata oggetto di polemica dopo la morte di tre ragazzi, avvenuta nel luglio del 2006 in circostanze simili, legate cioè come oggi alla velocità dei mezzi. L’allora sindaco Nicoletta Albano, esortata dai residenti e dall’opposizione a intervenire, negava la competenza del Comune sull’installazione della segnaletica verticale e di dispositivi contro la velocità mentre la Provincia segnalava che i cartelli già presenti lungo la strada erano di proprietà comunale, a dimostrazione della correttezza della sua tesi. Alla fine, fu proprio il Comune a installare gli inutili segnalatori luminosi della velocità.

Il rettilineo della strada provinciale 161 della Crenna

Lo scorso anno, a dieci anni dal gravissimo incidente del 2006, Giovanna Cartasegna, mamma di una delle vittime, Lucio, e la famiglia Schilirò proposero una raccolta firme per chiedere autovelox, strisce pedonali in corrispondenza con le fermate dei bus e una pista ciclabile-marciapiede. L’iniziativa non venne portata avanti poiché la Albano, stavolta nelle vesti di vicesindaco, promise il massimo impegno e interventi in tempi brevissimi. Ai giornali dichiarò: “La strada è provinciale, come è noto, ma ci stiamo comunque organizzando con dei dissuasori quali segnaletica verticale, avvisi luminoso di rallentare, simili a quelli che abbiamo posto in Alice”. Nel frattempo, il Comune ha avviato ingenti spese per altre opere pubbliche molto discutibili o comunque rimandabili e in Valle ci è di nuovo scappato il morto. Ieri abbiamo scritto al Comune: “I residenti di Valle chiedono ancora interventi per la sicurezza dopo l’ennesima vittima, in particolare gli autovelox. Essendo la competenza comunale, cosa intende fare l’amministrazione?”. Nonostante vari solleciti, nessuno ha risposto.

Schilirò ha intanto reso pubblica la petizione sulla pagina Sei di Gavi Se di Facebook, dove subito dopo l’incidente in tanti avevano proposto un’iniziativa del genere. Fra le richieste, come si diceva, la pista ciclabile: sin dal 2006 il Comune l’aveva ottenuta come opera compensativa del Terzo valico ma alla fine ha rinunciato poiché toccava all’amministrazione comunale eseguire gli espropri, guarda caso a ridosso delle elezioni dello scorso anno. Una decisione che grida vendetta alla luce di quanto avvenuto domenica e delle rivendicazioni dei residenti.

Intanto, la procura non ha ancora dato il nulla osta per i funerali di Marco Milanese. Resta ancora da comprendere chiaramente la dinamica dell’incidente: di certo il giovane in moto si stava dirigendo verso Serravalle e ha iniziato a sorpassare, a velocità elevata. Un’auto nella stessa direzione avrebbe tentato anch’essa il sorpasso mentre Milanese stava sopraggiungendo: non si sa se ci sia stata un collisione o meno, fatto sta che il giovane è stato sbalzato dalla moto andando a sbattere contro una macchina ferma a bordo strada. Tutti e tre i mezzi restano sotto sequestro.