Il ritorno alla vita di Enzo Ferraro: il coma, la luce, le visioni, i progetti

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    Enzo Ferraro, il ritorno alla vita dopo il coma

    La luce dopo il baratro.

    Enzo Ferraro, o “Enzofrancesco” come ama firmarsi in calce alle sue produzioni cinematografiche, torna in pista dopo la terribile esperienza che lo ha portato a un passo dalla morte.

    A poco più di un anno di distanza dall’emorragia cerebrale che lo colpì mentre passeggiava in via Pietro Isola, Ferraro parla per la prima volta di ciò che vide durante la “non morte” (o “non vita” secondi alcuni) e delle ragioni che lo hanno portato ad essere un uomo completamente diverso.

    Diverso ma sempre attento al suo essere creativo e alla ricostruzione, a 60 anni, della carriera di regista e documentarista, interrotta bruscamente in quel giorno di gennaio del 2017.

    “Grazie alla mia fidanzata Alessandra e ai suoi genitori, Marco e Itala, adesso vivo in una villetta nelle campagne novesi, a Pasturana, che chiamo il “pensatoio”. Gradualmente, tra una fisioterapia e l’altra,  sono rinati i progetti e tornate le proposte da parte dei produttori.

    Cosa ricordi del periodo della tua degenza e di quando ti colpì l’ictus?

    Fino a 10 secondi prima ero perfettamente normale. Poi sprofondai in un baratro. Come sai, improvvisamente fui colpito dall’emorragia e non me ne resi quasi conto. Ero uscito da un negozio e cominciai a barcollare, tanto che un amico che mi vide credeva fossi ubriaco. Tentavo di tornare in fretta a casa nel tentativo di riprendermi dal malore. Poi caddi e ricordo di essere stato attorniato da una gran confusione di persone e il volto del primo soccorritore. Una persona di Basaluzzo che conosco bene e che lavora come volontario per la Croce rossa. Lui stesso mi confermò di essere intervenuto ma lo vidi pur essendo già privo di sensi e non rispondevo agli stimoli. Il periodo del coma, durato 20 giorni, ora lo ricordo come se fossi stato su un altro pianeta. Vidi prima di tutto una luce accecante, proprio come quella che descrivono coloro che hanno vissuto un’esperienza analoga.

    Credi di aver visto o dialogato con qualcuno?

    Sicuramente ho impresso il volto di mia madre e quello di Padre Pio. Non saprei dire se fosse suggestione o uno stato determinato da vari fattori contingenti. Forse ho vissuto qualcosa di inspiegabile razionalmente. No, non parlai con mia madre che tra l’altro era mancata da pochissimo tempo, però mi guardava. Ovviamente i ricordi non sono nitidi ma ho visto anche costruzioni, forse una città. Mentre ero in coma sentivo distintamente ciò che i medici dicevano Sentivo anche la voce della mia ragazza. Ad esempio quando parlava con un medico, il quale sosteneva che per me le speranze erano pochissime e non ce l’avrei fatta.

    Enzo Ferraro è tornato al lavoro

    Da quell’esperienza sei tornato credente?

    Beh, non sono diventato un credente, anche se adesso credo che qualcosa di supremo ci sia.

    Ora come stai?

    Essendo rimasto paralizzato dalla parte destra, sto imparando a scrivere con la mano sinistra. Mi è tornata più forte di prima la voglia di scrivere testi e di realizzare progetti. Per esempio vorrei descrivere questa mia esperienza attraverso un lungometraggio che racconti la mia vita. Chiaro che avrò bisogno di una mano dal unto di vista delle riprese. Potrò dirigere, vedere e immaginare le scene, ma non potrò usare la macchina da presa, almeno per il momento. Paolo Canavese, lo scrittore, avrebbe in mente di fare un altro lungometraggio sui partigiani, dopo “La staffetta” che fu premiato al Festival del Cinema di Venezia. Ne parleremo prossimamente. Il nuovo lavoro su cui sto lavorando, titolo provvisorio “La maestra“, vuole essere la ripresa dell’ultimo progetto che avevo in mente l’anno scorso proprio con Canavese. Sarà quindi un film sui partigiani della durata di un’ora e 20 minuti. Sarà la storia di una maestra fucilata a Pievetta, nelle vicinanze di Mondovì, dove si sono volte molte azioni partigiane da parte del comandante “Mauri”. Le riprese, come avvenuto per “La staffetta”, potrebbero essere curate da Marco Cacitti e Felix Colla con l’audio di Luca Sarni.

    Enzo Ferraro

    E di Sante Pollastri, lo storico bandito anarchico novese di cui ti sei a lungo occupato?

    Sto riscrivendo il vecchio progetto su Sante Pollastri, poiché il vecchio testo e soprattutto le vecchie riprese sono poco utilizzabili. Cambierà l’inizio che partirà con le marionette di Preti che raccontava le gesta di Pollastri, o “Pollastro”, attraverso il suo teatro di marionette, per poi entrare nella storia vera  e propria con gli attori e i luoghi storici.