Nel romanzo di Claudio Ciarlo, ricercatore storico di Sardigliano, riviviamo la strage dimenticata dei valdesi di Calabria. Il libro, dal titolo “1561,” sarà presentato domani, sabato alle 17, nel salone del DLF di Novi, in piazza Falcone e Borsellino (piazza della stazione).
Attraverso una complessa opera di recupero storiografico, Ciarlo compie un’indagine, descritta sul filone di un “noir”, sul genocidio dei valdesi calabro – occitani e sull’epopea del brigante rivoluzionario Marco Berardi e dei suoi compagni di lotta che sopravvissero alle stragi.
Appunto nel 1561 le comunità evangeliche residenti nel Cosentino furono colpite da una sanguinosa repressione. Fu la “notte di San Bartolomeo italiana”: oltre 2000 seguaci di Valdo furono massacrati in nome dell’intolleranza religiosa. Una ”shoah” ante litteram perpetrata su ordine dello spagnolo viceré di Napoli nei confronti di chi veniva giudicato “eretico”, principalmente i valdesi provenienti dalle valli piemontesi fin dal XIII Secolo.
La strage dai contorni più spaventosi di questo fatidico “1951” raccontato magistralmente da Ciarlo, avvenne a Guardia Piemontese (allora La Guardia). Qui, per 11 lunghissimi giorni, si calcola che oltre 2 mila persone furono trucidate. Vittime che si aggiungono ad una lunga catena di stragi.
Ma si arriva alla vicenda.
Un ritrovamento incredibile quanto stupefacente di ossa umane, avvenne sotto il pavimento nella chiesa di San Sisto negli anni ’30. Il ritrovamento apre lo spiraglio su una storia antica, per molti aspetti dimenticata, ma densa di fascino, avventura e soprattutto di storia. Quelle ossa appartenevamo a centinaia di persone trucidate, a giudicare dalle lesioni che presentavano. Ma da chi? Quando? E perché? Di sicuro quelle spoglie appartenevano a persone assassinate: sgozzate, braccate dai mastini, impalate.
Entrano in gioco le capacità narrative e di ricercatore storico di Claudio Ciarlo con un grande balzo a ritroso nel tempo. Nella cinquecentesca Calabria dove si intrecciano storie magnifiche tra amori, fantasie, amicizia e thrilling. I personaggi chiave di questa vicenda sono il pastore calvinista Giovanluigi Pascale e il brigante Marco Berardi (l’eretico Re Marcone) che costituì insieme ai suoi seguaci un piccolo regno autonomo a Crotone contro il potere spagnolo ed ecclesiastico.
In mezzo ci sono le storie di tutti i valdesi calabresi che furono uccisi nel giugno del 1951, rimanendo sempre uniti alla propria fede.
Il racconto è tutto da vivere. Si apprezzano oltre all’idea narrativa, molte frasi dialettali che incidono nel ritmo delle storie in maniera assai coinvolgente. Nelle pagine di “1951” si assaporano le idee di libertà e di lotta che sono insite nel carattere di Claudio Ciarlo, oggi comunicatore di successo e con un passato da sindacalista (all’epoca della Flm). Crediamo che proprio la passione per la lotta in favore delle maestranze e delle fasce deboli, sia stata la molla che ha fatto scattare in Ciarlo la voglia di indagare e di ricercare antichi documenti che hanno fatto emergere la vicenda di una minoranza mai doma.
All’incontro al Dlf Interverranno l’autore, il pastore valdese Gianni Genre e il collaboratore Logos Adriano Teodori.