Il Tar ha confermato quanto già annunciato la scorsa estate con il no alla sospensiva: la fusione tra Cassano Spinola e Gavazzana è regolare. Il ricorso del comitato per il No alla fusione, organizzato nel Comune più piccolo, non ha fondamento ed è stato quindi respinto. Nel 2015 entrambi i Consigli comunali avevano approvato la fusione all’unanimità. Per l’allora sindaco di Gavazzana, Claudio Sasso, non c’era alternativa: il suo Comune era in grosse difficoltà ad andare avanti tra tagli e carenza di personale, con molti servizi svolti dai cittadini. Cassano era favorevole poiché dalla fusione, per legge, sarebbero arrivati molti fondi pubblici. Dopo il voto unanime delle assemblea e l’avvio dell’iter in Regione, a Gavazzana cresce però il malcontento soprattutto perché il nuovo Comune si doveva chiamare Cassano Spinola, senza alcun riferimento al paese più piccolo.

Una scritta apparsa a Gavazzana nel 2016

L’occasione per esprimere la contrarietà alla fusione arriva con il referendum consultivo del novembre 2016: a Gavazzana (170 residenti circa) prevalgono nettamente i no (91 contro 24), al contrario di Cassano (1700 abitanti circa) dove prevale il sì (391 contro 59), seppure con un’affluenza non elevata. La Regione, applicando una norma poco chiara su questo punto, somma i sì delle due consultazioni portando a conclusione la fusione (415 contro 150) e prosegue l’iter. Il primo gennaio scorso così è nato il nuovo Comune e con le elezioni nell’amministrazione comunale sono entrati anche esponenti del comitato gavazzanese contrario al “matrimonio forzato”, che hanno comunque portato avanti il ricorso, nel quale è stata evidenziata, tra l’altro, una presunta illegittimità costituzionale delle norme statali e regionali in materia, poichè “non prevedono alcun criterio di riequilibrio del peso della volontà popolare espressa dal referendum”. Per i giudici, invece, l’iter è stato regolare: “Il procedimento di fusione è stato avviato dai due Comuni e anche dopo la consultazione il Consiglio di Gavazzana non ha mai revocato l’adesione al progetto”.

Un panorama di Gavazzana

Come ricorda la sentenza, l’assemblea gavazzanese dopo la consultazione e le dimissioni del sindaco Sasso ha solo “suggerito alla Regione Piemonte di voler rispettare la volontà della popolazione” ma senza ritirare la propria delibera del 2015, mentre il Consiglio comunale di Cassano Spinola ha invece invitato la Regione a dar seguito all’iter di fusione dei due Comuni. La Regione, ricorda il Tar nella sentenza, “può istituire nuovi Comuni nel proprio territorio, anche d’autorità, con l’unico obbligo di sentire le popolazioni interessate”. Nel caso in questione, la questione è stata “adeguatamente ponderata dal Consiglio regionale con voto quasi unanime”. Resta la possibilità dell’appello al Consiglio di Stato.