Predosa 

Il problema è che la scelta di cessare la produzione di segnafili elettrici è irrevocabile e c’è poco tempo per agire. Alla 3M di Predosa 43 lavoratori rischiano di perdere il posto dopo che la società statunitense, a sorpresa il 22 giugno, ha comunicato la decisione di chiudere lo stabilimento di Predosa. Il caso è approdato in Prefettura, in Senato e in Regione, sarà discusso in consiglio comunale. Il gruppo di minoranza, formato da Giancarlo Sardi, Maura Pastorino, Giorgio Pampuro ha presentato un’interrogazione al sindaco “per conoscere le azioni messe in atto e le soluzioni previste, per chiedere di essere tenuti al corrente degli sviluppi, al di là delle informazioni fornite dai mass-media”.

Il 30 giugno il sindaco di Predosa Giancarlo Rapetti, all’indomani dell’incontro con il Prefetto, ha preso contatti con la Regione per verificare l’attivazione di misure di finanziamento agevolato per possibili investitori, disposti a mantenere l’attività sul territorio.

La Regione segua la vertenza 3M di Predosa” è l’appello del consigliere capogruppo in regione di Mdp Walter Ottria all’assessore al Lavoro Gianna Pentenero. Ottria ha posto all’attenzione della Giunta la situazione della

La 3M che in quel sito produce segnafili elettrici ha infatti annunciato, tramite un fax inviato dalla casa madre, la chiusura dello stabilimento il prossimo novembre. “Senza che prima vi fossero state avvisaglie in questo senso – ricorda Ottria – e senza che vi fossero mai stati problemi di redditività o produttivi particolari. Chiedo alla Regione di farsi carico della situazione per tutelare i lavoratori e le loro famiglie a rischio licenziamento”.

Pentenero era informata dell’ incontro avvenuto con il Prefetto, che ha chiesto a 3 M Italia di farsi parte attiva nella vendita. L’azienda e le organizzazioni sindacali si aggiorneranno il 24 luglio alla luce della risposta attesa dalla casa madre, 3M Corporation negli Usa. “Da parte sua Pentenero – conclude Ottria – ha garantito l’impegno della Regione a prendere eventuali provvedimenti che saranno necessari”. Intanto il senatore Mdp Federico Fornaro ha già chiesto un tavolo con il ministro per trovare un compratore e attende valutazioni nell’ambito della 10^ commissione.

E’ la stessa priorità manifestata dai delegati sindacali Cigil, Cisl, Uil, che hanno subito proposto la cessione della fabbrica al posto della chiusura. Al contempo il 4 luglio in Confindustria si è svolto il primo incontro per decidere un piano sociale, al fine di limitare l’impatto sociale, partendo da ipotesi di ricollocazione dei lavoratori negli stabilimenti più vicini di 3 M in provincia di Milano e Bergamo. Il confronto tra azienda e lavoratori è ripreso ieri, mercoledì 19 luglio, in via Legnano.