La Pernigotti non chiuderà, almeno non il 3 dicembre come annunciato il 6 novembre dalla proprietà. Poco fa il governo ha diffuso un comunicato nel quale annuncia che, a seguito dell’incontro a Roma, a palazzo Chigi, tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il Vicepresidente e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio e la proprietà, il gruppo turco Toksoz, “l’azienda ha accolto le richieste del governo italiano di sospendere la procedura (di casa integrazione per cessazione, ndr), seppure temporaneamente, fino al 31 dicembre 2018, per poter lavorare sulla reindustrializzazione del sito produttivo di Novi Ligure, attraverso la nomina di un soggetto terzo che verifichi, analizzi e valuti le opportunità produttive.
L’azienda farà quindi richiesta di cassa integrazione con causale di reindustrializzazione al fine di garantire l’ammortizzatore sociale ai propri dipendenti e permettere la reindustrializzazione del sito produttivo e delle attività dell’azienda”. Ciò significa un periodo più lungo di ammortizzatori sociali per i 100 dipendenti e qualche speranza in più anche per i 150 interinali, che dal 6 novembre occupano la fabbrica di viale della Rimembranza. I turchi, per richiedere questo di tipo di “cassa”, dovranno presentare un piano di investimenti e ci sarà il tempo per trovare un acquirente e convincere i Toksoz a cedere il marchio e non solo la fabbrica. È quanto auspicato in queste settimane dai sindacati e dalle istituzioni. Per Novi una bella vittoria.