Leonardo: una vita spezzata

Tragedia a Capanne di Marcarolo

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Quando succede un incidente tutti ci auguriamo che non sia nulla di grave. Quando poi succede ad un bimbo, l’ansia sale vertiginosamente. Chi ha più di trent’anni si ricorda certamente del piccolo Alfredo caduto in un pozzo artesiano a Vermicino. Quella vicenda tenne l’Italia incollata ai televisori per ore ed ore. Poi la tragedia.

Ieri è successo a Leonardo. Il bimbo di 10 anni romano, in vacanza in una colonia estiva nei pressi di Bosio. Come racconta chi c’era, il bimbo era seduto su uno spuntone di roccia a ridosso del rio del Mulino, a Capanne di Marcarolo, erano le 18.30 del pomeriggio, sotto di lui una piccola pozza dove l’acqua non supera il metro e mezzo. Ed ecco l’imponderabile, il masso si stacca, il bimbo precipita e finisce sommerso dall’acqua sotto il masso.

Arrivano immediatamente i soccorsi. Lì c’è già una signora, che tenta disperatamente di far respirare Leonardo con un tubo. Ma il bimbo è già morto, il polso non si sente più, ogni tentativo di spostare il grosso masso è inutile. La donna insiste con la respirazione, non si da per vinta. I sanitari del 118 arrivano alle 19, subito dopo arrivano anche i vigili del fuoco di Novi e Ovada, i volontari del soccorso alpino, l’elicottero, l’argano con il quale è stata rimossa la roccia. Hanno impiegato due ore per estrarre il corpicino.

Si poteva prevedere? Probabilmente no. Quante invitanti rocce ci sono lungo i nostri torrenti, e quante volte ognuno di noi vi si è seduto? Ora partono le indagini. Un atto dovuto, per accertare eventuali responsabilità. Resta una famiglia distrutta dal dolore e un piccolo corpo senza vita. 10 anni, un futuro spezzato per una fatalità.