In paese per alcuni, in senso simpatico, è sempre stato un po’ un “trafficone” ed era uno che si fermava volentieri a parlare in piazza, fino a pochi giorni fa. Di mestiere, Livio Mazzarello, 57 anni, arrestato dai carabinieri di Mornese, ultimamente faceva l’intermediario del vino a Londra e proprio per questa sua attività è finito nei guai dopo una latitanza durata diversi anni, essendo ricercato dal 2013 dalle autorità inglesi e dall’Agenzia delle dogane. Sposato, due figli, di cui uno con lui nella capitale inglese dove ha aperto un bar, Mazzarello aveva la residenza in Romania. Secondo i carabinieri, è riuscito ad accumulare un’evasione fiscale di 46 milioni di sterline nei confronti del fisco del Regno Unito, dove era uno dei maggiori ricercati. Le autorità inglese, il 30 giugno, hanno emesso un mandato di cattura per fargli scontare 14 anni di carcere per evasione fiscale e distrazione di fondi emessi dal 2008 al 2013, reati avvenuti Oltremanica.
L’evasione, secondo l’Arma, avveniva in questo modo: la società di Mazzarello concludeva l’acquisto di vino da un’impresa vinicola piemontese, oggi inattiva. Per ciascuna consegna inviata al Regno Unito, la società fornitrice generava al momento della partenza dei beni un “Documento Amministrativo Elettronico”(c.d. “e-AD”) , che poi veniva chiuso dopo la ricezione della spedizione presso i magazzini di Londra. Tuttavia molte consegne venivano effettuate utilizzando sempre lo stesso “e-AD”, così sfuggendo al Fisco: il vino veniva quindi immesso sul mercato inglese e acquistato dai clienti in contanti, senza il pagamento delle imposte e senza Iva. Così Mazzarello è arrivato alla bella cifra di 46 milioni di euro.
L’uomo, a quanto si dice in paese, era tornato a Mornese dopo anni, la scorsa estate, e girava tranquillamente nei bar, anche dei paesi limitrofi, dove si fermava a parlare con i conoscenti, anche di politica. Andava anche a messa la domenica. In sostanza faceva una vita assolutamente normale, non propriamente da ricercato, oltretutto uno dei maggiori nel Regno unito, come si diceva. C’è chi sostiene che avesse già scontato qualche anno di carcere in Inghilterra, motivo per cui a Mornese non si era più visto fino alla scorsa estate, voce non confermata dai carabinieri. Fatto sta che da qualche mese era a casa sua. Anni fa aveva rilevato l’azienda vinicola del padre, poi chiusa, ed era stato assunto in un’altra ditta del settore, a Ovada. Poi aveva fondato una società produttrice di pellets in Romania, insieme a un socio di Bosio, per poi puntare sull’import di vino Oltremanica. I carabinieri lo hanno arrestato vicino alla sua abitazione.