C’è una domanda posta durante l’assemblea di venerdì scorso, 18 ottobre, a Lerma sul disastro della Lavagnina rimasta senza risposta. Perché Iren non dato l’allarme sul massiccio sversamento di fango nel Gorzente e poi nel Piota dopo l’avvio del cantiere sulla diga a giugno? E’ stata posta pubblicamente dal sindaco di Bosio, Domenico Merlo, ai dirigenti della società che gestisce l’invaso di Casaleggio Boiro i quali, durante la stessa assemblea, avevano ricordato che le dighe della Lavagnina così come quelle del Gorzente, a Bosio, sono costantemente monitorare dal loro personale e dalle telecamere installate. L’amministrazione comunale di Bosio da tempo ha lanciato l’allarme sul pericolo che quanto successo nel Gorzente alla Lavagnina possa avvenire nel 2025 lungo lo stesso torrente per via dello svuotamento del Lago Lavezze, già autorizzato. “Sono stupito – ha detto Merlo -: Iren dice di tenere sotto controllo con il suo personale e con le telecamere lo stato delle dighe. Perché non ha detto nulla sul fango? Avete bilanci stratosferici, potete far conoscere anche sui guai che combinate“. I dirigenti di Iren non hanno replicato a questo quesito. Intanto, il Comitato Difesa Gorzente e Piota rileva l’assenza della Provincia nell’incontro di Lerma, nonostante sia stata “incaricata di dare seguito a quanto previsto dall’art 50 comma 1 della legge Regionale 19/2009 per la violazione delle prescrizioni per la valutazione di incidenza approvate dall’Ente Aree Protette Appennino Piemontese”. Entro di 60 giorni palazzo Ghilini “dovrà redigere un piano per i lavori di ripristino, a partire dalla data del 15 ottobre, in base a quanto stabilito dall’indagine condotta dai Carabinieri Forestali, in collaborazione con le Aree Protette“. Il comitato, data l’assenza della Provincia all’assemblea, chiederà “un incontro per comprendere che modalità e tipologie di intervento intende attuare, ci prendiamo l’impegno di fare pressione sulle istituzioni, Provincia in particolare, affinché si dia seguito alla promessa di IREN con la sottoscrizione di un vero protocollo di intesa sulle modalità con cui proseguiranno i lavori e su come avverrà il ripristino delle condizioni precedenti del Gorzente e del Piota”. Anche perchè “con i tubi di scarico di fondo che rimarranno aperti ancora per lungo tempo, nei prossimi mesi, dalla diga continuerà a defluire fango nei torrenti a valle, con buona pace di chi sostiene che le piene di questi mesi porteranno via tutti i detriti“.