Cacciatori riuniti sul tema della Psa (foto Massimo Sorlino)

Gli abbattimenti dei cinghiali nella zona infetta dalla Peste suina africana (Psa) sono finalmente partiti ma i cacciatori chiedono modifiche alle regole. Le prime squadre composte dai cosiddetti bioregolatori, cioè cacciatori, guardie venatorie, carabinieri forestali che hanno seguito corsi specifici, sono state attivate nell’Acquese, nell’Ambito di caccia (Atc) Al4, e altre sono previste all’opera nel Tortonese e in Val Borbera, nell’Atc Al3. L’attività è stata messa in opera con squadre da 8 unità e tre cani, come previsto dalle ordinanze del commissario per l’emergenza Psa. Come fa sapere la Provincia, fino al 26 ottobre le squadre avevano abbattuto 21 cinghiali in una settimana circa di attività, a cui vanno aggiunti altri 54 capi abbattuti da singoli operatori. Dal 1° gennaio al 26 ottobre sul territorio della provincia di Alessandria, sono stati eliminati 3306 cinghiali, anche con l’uso delle gabbie da bioregolatori che hanno anch’essi operatori singolarmente. I cacciatori chiedono però modifiche alle regole imposte per gli abbattimenti. Il coordinamento fra le 40 squadre di cacciatori al cinghiale alessandrini, pur apprezzando l’avvio dell’attività con la quale si punta a fermare la diffusione della Psa, arrivata in quasi due anni da Ovada alla provincia di Pavia, sostiene però che 8 operatori per ogni squadra sono troppo pochi per riuscire ad abbattere un numero adeguato di ungulati: i cacciatori chiedono di aumentare il numero di bioregolatori e di poter scambiare il personale fra le diverse squadre.