Negli ultimi due mesi sono state scoperte solo due carcasse di cinghiale positive alla peste suina africana mentre dalla fine del 2021 al 22 ottobre scorso, fa notare Federcaccia Liguria, tra Liguria e Piemonte sono state campionate 2.525 carcasse di cinghiali: solo 185 sono risultate positive. L’associazione ligure ha scritto una lettera al nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, al commissario per l’emergenza peste suina, Angelo Ferrari, e al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti per chiedere che, alla luce di questi dati, venga riaperta la caccia al cinghiale anche nella zona infetta. Quest’ultima interessa 114 Comuni tra le province di Alessandria, Genova e Savona ma al suo interno gli abbattimenti dei cinghiali, considerati fondamentali per la ridurre il rischio di diffusione del virus non sono ancora partiti. Due le motivazioni: devono ancora partire i lavori dell’ultimo lotto della barriera anti Psa in Val Borbera e i cacciatori si vogliono tenere i cinghiali uccisi sani mentre il commissario ha ordinato il loro incenerimento insieme a quelli positivi alla Psa. Per cui, tutto è rimasto fermo sia in Liguria che in Piemonte, mentre i cinghiali, sostengono Federcaccia e i cacciatori, continuano a crescere di numero. I cacciatori, oltretutto, ricordano il loro ruolo nei monitoraggi alla ricerca delle carcasse. “Chiediamo – dice Giorgio Storace, capo quadra in Val Borbera e coordinatore delle squadre liguri e alessandrine –, vista questa situazione, come ha fatto Federcaccia Liguria la riapertura della caccia in zona infetta alle squadre di cacciatori, anche perché da settimane in questi territori circolano senza alcun controllo i cercatori di funghi, provenienti anche da altre regioni”.