Nel febbraio del 2018 l’iter della tangenziale di Sezzadio venne sospeso. Venerdì riprenderà e la seduta della conferenza dei servizi provinciale in programma ad Alessandria, nella sede della Provincia di via Galimberti, sarà decisiva. La Riccoboni, se otterrà l’ok alla nuova strada, prima ancora di avviarne la costruzione, potrà iniziare a conferire i rifiuti nella ex cava di cascina Borio, dove da tempo è in allestimento la contestata discarica avversata dai Comuni e dai cittadini poiché prevista proprio sopra la falda acquifera di Predosa-Sezzadio che alimenta gli acquedotti dei paese dell’Acquese. Dalla stessa falda puntano ad alimentarsi anche i Comuni del Novese. In caso di esito negativo, l’operazione discarica si dovrà fermare. Nel 2018 la sospensione era stata motivata dalle osservazioni della Soprintendenza: la strada sarebbe passata troppo vicino all’abbazia di Santa Giustina, danneggiandola. Inoltre, l’amministrazione comunale di Sezzadio, all’epoca guidata da Piergiorgio Buffa, aveva deliberato un altro percorso per la tangenziale non ritenendo utile quello proposto dalla multinazionale dei rifiuti e dalla Provincia.
Venerdì si vedrà se i due ostacoli sono stati superati o meno dai tecnici della Riccoboni. Nel frattempo, riparte la mobilitazione: mercoledì 16 ottobre, alle 21, a Sezzadio, assemblea pubblica nella sala della pro loco organizzata dall’associazione Sezzadio Ambiente per fare il punto della situazione in vista del presidio in programma venerdì, davanti alla sede della Provincia, in concomitanza con la conferenza dei servizi. La battaglia contro la discarica va avanti da sette anni. Sono ancora pendenti ben sei ricorsi tra Tar e Consiglio di Stato presentati dai Comuni e dalle associazioni contro un progetto considerato pericoloso per le future generazioni. Quest’anno i Comuni di Sezzadio e Acqui Terme hanno scoperto che la Riccoboni, nell’allestire la discarica, ha tagliato senza autorizzazione un bosco a cascina Borio ma ciò non è bastato a spingere la Provincia a revocare l’autorizzazione. Infine, l’impegno a tutelare la falda preso dal ministro dell’ambiente Sergio Costa di fronte ai sindaci contrari alla discarica, almeno finora, non ha dato frutti concreti.