Accordo tra Regione e sindacati per ridurre le liste d’attesa nella sanità

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Un protocollo d’intesa tra Sindacati e Regione, per garantire le cure sanitarie e ridurre liste e tempi d’attesa, è stato siglato ieri, 27 marzo a Torino dal presidente della Regione, Alberto Cirio e dai segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Giorgio Airaudo, Luca Caretti e Giovanni Cortese.

“Dopo il  piano straordinario avviato nel 2022 fronteggiare il periodo post-pandemico, dice  l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi – c’è ora l’esigenza di affrontare il tema delle prestazioni programmate su cui si registrano ancora tempi di attesa critici. E’ stato quindi presentato un percorso, per tappe, che prevede lo stanziamento di 25 milioni di risorse del bilancio regionale, destinate interamente al sistema pubblico, per ridurre i tempi di attesa delle prestazioni programmate”

“C’è un problema sistemico da risolvere – spiega il segretario generale Cgil Piemonte Giorgio Airaudo. La Regione può e deve fare degli interventi ma pensiamo che serva un cambio di politiche nazionali: bisogna investire più soldi, togliere i tetti alle assunzioni, aumentare di molto il personale nel sistema pubblico della sanità e dell’assistenza. Ci sono molte persone che, proprio a causa di delle difficoltà di accedere alla sanità pubblica hanno rinunciato a curarsi, è necessario quindi far sì che il sistema pubblico sia in grado di conoscere, riconoscere e richiamare le persone che non si curano. Questo, se verrà realizzato, è un risultato importante proprio perché la sanità pubblica deve occuparsi oltre che della salute anche del benessere sociale. Il secondo aspetto è prendere atto che una parte della popolazione piemontese sta invecchiando e deve essere il servizio pubblico a farsi carico di seguirne la cronicità: la competizione sulle prestazioni non si occupa di curare le persone, semplicemente ti dà una prestazione a pagamento. Ovviamente quando si fanno degli accordi vuol dire che un sistema andava cambiato e/o migliorato. Prendiamo atto che la Regione Piemonte accetta questa sfida. Noi la incalzeremo! Con tutte le azioni necessarie.”

“Dopo mesi di confronto, a volte anche aspro, la firma dell’accordo, rappresenta un atto importante di impegno comune e una nuova scommessa per tutti i soggetti coinvolti – dichiara il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti. “La scelta della Regione, da noi ampiamente condivisa, di dotarsi di un nuovo Cup per imprimere una vera svolta nella gestione delle prestazioni sanitarie in regione, va nella direzione da noi auspicata. Senza lo stanziamento di risorse di Regione e Governo, l’investimento sul nuovo Cup e sull’utilizzo degli specializzandi non sarebbe possibile. Ci sono le premesse per far svoltare la sanità regionale, molto sofferente negli ultimi anni del post-Covid, avvicinandola ai bisogni di salute e cura dei cittadini piemontesi”.

“C’è inoltre l’impegno di censire tutte le richieste di prenotazioni, oggi inesistente, – conclude il segretario generale UIL Piemonte Gianni Cortese –  calcolando la percentuale di assolvimento da parte delle Aziende Sanitarie Regionali, dai privati accreditati, del ricorso a visite private a pagamento, delle rinunce e di coloro che sono ancora in attesa di risposte”.

L’accordo prevede alcune azioni operative da realizzare con i 25 milioni di euro assegnati ad Azienda Zero, a partire dalla disponibilità del 100% delle agende del sistema pubblico e del privato accreditato sulla piattaforma del Cup, che sarà riorganizzato, a partire dal capitolato per la nuova gara d’appalto, essendo quello attuale in scadenza a ottobre, con una suddivisione del territorio su almeno cinque quadranti, il monitoraggio della domanda e l’incremento della capacità di risposta da parte del call center.

Tra gli elementi di novità, il monitoraggio complessivo della domanda di prestazioni e non solo di quelle erogate, l’incremento della capacità produttiva dell’area ambulatoriale, con l’aumento delle ore dei medici specialisti e con il reclutamento degli specializzandi in base all’accordo firmato con le Università, la presa in carica attiva delle prestazioni Pngla (piano nazionale gestione liste d’attesa) e la gestione con percorsi dedicati per i pazienti cronici.