La presunta tangente da 30 mila euro che l’imprenditore lombardo Paolo Bonacina avrebbe versato al consulente alessandrino Ezio Guerci per comprarsi un suv in cambio delle presunte pressioni sulla sua compagna, dell’ex sindaco di Alessandria, Rita Rossa (Pd) (non indagata) affinché Aral fosse in parte privatizzata cedendo le quote ad A2A, società di Bonacina, è transitata sul conto della società di consulenza Sherpa srl. Lo stesso Guerci (indagato con Bonacina e altri) ne è socio, ma è non l’unico.

Dal Consiglio comunale di ieri sera a Novi Ligure emergono nuovi aspetti sullo scandalo rifiuti che sta coinvolgendo le società pubbliche di gestione delle discariche novesi, tortonesi e alessandrine, cioè Srt e Aral e non pochi nomi della politica locale. Fa parte della società di consulenza, attiva dal 2012 nel campo dell’”ottimizzazione gestionale”, anche Antonino Andronico, nome importante del Pd novese e provinciale, ex dirigente della Provincia, presente nei cda della Fondazione Marenco e della Fondazione Slala. Fino a non molti mesi fa c’è era anche il figlio, Francesco, consigliere comunale del Pd a Novi, dove è anche presidente della commissione Ambiente. Nessuno dei due Adronico risulta indagato ma la loro presenza nella società citata negli atti dell’inchiesta della procura di Brescia e dei carabinieri del Noe è stata sottolineata dai consiglieri di opposizione del gruppo 5 Stelle e da Maria Rosa Porta (in silenzio invece Marco Bertoli).

Nino Andronico
Nino Andronico

“Guerci – ha spiegato Fabrizio Gallo (M5s) – possiede il 34% della società in questione, sulla quale, secondo le indagini, sono transitati i 30 mila euro riferiti alla presunta falsa consulenza. Il presidente del consiglio di amministrazione di Sherpa è Antonino Andronico e fino al 21 dicembre scorso, era socio anche il figlio Francesco, che ha ceduto le quote ma che era nella società proprio nel periodo a cui fanno riferimento le indagini del Noe. Francesco Andronico è anche il presidente della commissione Ambiente del Consiglio comunale, che si occupa proprio di rifiuti. Ci chiediamo se sia opportuno che il consigliere comunale continui a ricoprire questo ruolo e se non sia il caso di valutare di presentare le dimissioni per rispetto nei confronti dei cittadini”. Parole che hanno fatto saltare i nervi a Bruno Motta, esponente del Pd e della maggioranza, uscito dalla sala consiliare visibilmente alterato. Stessa richiesta nei confronti del padre: “Anche Nino Adronico – ha continuato Gallo – valuti se lasciare i cda delle due fondazioni”.

Francesco Andronico si è difeso così: “E’ vero, fino al 2016 ero socio di Sherpa, società che ho lasciato poiché non riuscivo a seguirne l’attività. Ho la coscienza a posto, la mia dichiarazione dei redditi è pubblica e non faccio parte di nessuna loggia di potere. Se la società ha commesso degli illeciti mi tutelerò legalmente come nei confronti di chi ha fatto il nome sui alcuni siti on line”. La maggioranza ha difeso Francesco Andronico sia con il sindaco Muliere sia con il capogruppo Daniele Gualco, che ha commentato: “C’è un pregiudizio negativo nei confronti del nostro partito. Piena fiducia nei confronti di Francesco Andronico”. Silenzio invece sulle richieste di dimissioni riferite al padre. Andronico junior si troverà nella posizione scomoda di convocare la commissione Ambiente per avere chiarimenti sulle indagini in cui è citata la società di cui faceva parte e di cui è ancora socio il padre.

La convocazione è stata richiesta dal sindaco Rocchino Muliere in apertura del Consiglio: “Intendiamo ascoltare i vertici di Srt e i tecnici della società affinché spieghino cosa è successo rispetto a quanto emerso dalle indagini, che si spera si concludano al più presto per avere la massima chiarezza nell’interesse dei cittadini dei 116 comuni che fanno riferimento alle due discariche consortili. Chi ha sbagliato deve pagare”. Muliere ha spiegato che il precedente Cda di St, guidato da Manuel Elleboro, si era accordato con Aral per le gestione di una parte del rifiuto indifferenziato da trasformare in Fos, operazioni che sono al centro delle indagini. Secondo Muliere, Srt effettuava più analisi all’anno e tutte hanno sempre dato esiti positivi tranne che in due occasioni nell’ultimo anno e mezzo.