“Il Cociv ha avviato i lavori di rinaturalizzazione del Lemme”. Così il presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, Dino Bianchi, spiega la presenza di mezzi da cantiere nell’alveo del torrente all’altezza della ex cava Cementir, diventata il deposito dello smarino del Terzo valico. Un enorme ammasso di roccia a sostegno del quale, lungo la sponda sinistra del Lemme, era stata costruita una sponda artificiale con massi di pietra ciclopici. Nel realizzare questi interventi, il corso del torrente è stato modificato e la vegetazione sulle sponde cancellata, il tutto all’interno del sito di importanza comunitaria “Capanne di Marcarolo”. Il Cociv da tempo avrebbe dovuto avviare la rinaturalizzazione del corso d’acqua, partita solo di recente ma le modalità vengono contestate da Legambiente. “Un grosso scavatore – dice Mario Bavastro, che è anche consigliere uscente dell’Appennino Piemontese – è entrato nell’alveo e ha creato una nuova pista al suo interno. Poi ha distrutto le poche piante che c’erano sulla sponda destra”. Bavastro sostiene che per rinaturalizzare il Lemme in quel tratto il Cociv dovrà, tra l’altro, creare una sorta di scala di risalita per i pesci e piantumare una serie di alberi.
“C’è da chiedersi se e come verranno realizzati questi interventi – prosegue Bavastro. Il Parco ovviamente sostiene che è tutto autorizzato ma mi domando se verranno mai fatti controlli. Per realizzare la sponda artificiale e stravolgere il Lemme il Cociv ha infatti operato in difformità rispetto al progetto approvato: doveva infatti lavorare per circa trenta metri per volta per evitare di danneggiare l’ambiente del torrente ma così non è stato e hanno ridotto il Lemme a una orrendo canale”. Legambiente nel 2014 aveva segnalato queste presunte irregolarità sia al Parco che ad altri enti “ma nessuno si è mosso. Adesso come in precedenza stanno lavorando con mezzi enormi e distruggono pure le ultime piante che ci sono”. Poi c’è l’aspetto delle compensazioni che il Parco aveva richiesto al Cociv. Bianchi ricorda che l’ente da lui presieduto aveva chiesto interventi relativi alla rete fognaria di Fraconalto e Voltaggio insieme alla bonifica dei rifiuti presenti vicino all’ex cartiera. “Avevamo anche richiesto fondi per la riserva del Neirone a Gavi – dice il presidente – ma prima le elezioni regionali e ora il cambio di amministrazione nell’Appennino Piemontese hanno rallentato tutto”.