Voltaggio, Palazzo Gazzolo: “Modificare il canone annuo”.

Il Comune chiede al Parco modifiche al bando previsto per assegnare la gestione dell'immobile, chiuso da tempo, dove sono disponibili 24 posti letto e il museo dedicato ai contadini di Capanne di Marcarolo.

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Il canone annuo dell’ostello di palazzo Gazzolo va modificato, altrimenti difficilmente si troverà qualcuno disposto a investire. È la richiesta presentata dal Comune di Voltaggio alle Aree Protette dell’Appennino Piemontese a proposito del bando che quest’ultimo ente intende pubblicare per affidare la gestione dell’edificio che ospita anche il Centro di documentazione e studio della storia e della cultura locale, il museo dedicato alla civiltà contadina di Capanne di Marcarolo, chiuso da tempo. Come è noto, dal 2012 in poi i gestori, l’associazione Accademia delle culture di Bosio e la pro loco di Voltaggio, hanno gettato la spugna per motivi economici: l’ostello così com’è non rende. A fronte di alcune manifestazioni di interesse, il Parco ha deciso di pubblicare un bando, fissando in 1.500 euro annui la base d’asta del canone di locazione. Il vincitore sarà scelto in base all’offerta più elevata.

Michele Bisio (a sinistra) sindaco di Voltaggio, con il segretario comunale Gian Carlo Rapetti
Michele Bisio (a sinistra) sindaco di Voltaggio, con il segretario comunale Gian Carlo Rapetti

Per il Comune le regole del bando, almeno per il canone, sono da modificare. L’amministrazione comunale è proprietaria di palazzo Gazzolo, dato in concessione nel 2003, e ha voce in capitolo nel senso che può autorizzare o meno quanto il Parco dispone sull’edificio. Il sindaco Michele Bisio ha scritto alle Aree Protette dell’Appennino Piemontese chiedendo che il canone “sia modificato in una progressione che preveda per il primo anno 500 euro, per il secondo anno mille euro, per il terzo anno e per quelli successivi 1.500 euro e che la quota parte oltre i 500 euro possa essere compensata con lavori di miglioramento della struttura concordata con l’ente stesso. Tale richiesta – ha concluso il sindaco – va nella direzione di effettuare i necessari investimenti in un’ottica di potenziamento sia quantitativo che qualitativo dell’accoglienza”. Un’esigenza, quest’ultima, già manifestata in passato per rendere potenzialmente più redditizio l’ostello.