“Monti, fossi e filari. Agricoltura e paesaggio in provincia di Alessandria” è il titolo del Quaderno di storia contemporanea n.73, che sarà presentato domani, mercoledì 25 ottobre alle 18 nel secentesco Palazzo Spinola di Rocchetta Ligure.
Il volume ricostruisce la storia dell’agricoltura alessandrina in età contemporanea in rapporto con l’evoluzione più generale del nostro territorio, interrogandosi sulle trasformazioni oggi in corso e sulle incognite rappresentate dal cambiamento climatico.
Nella pubblicazioni sono presenti saggi che riguardano l’agricoltura l’ambiente, il territorio e il paesaggio alessandrino. Di particolare interesse troviamo: “L’agricoltura in provincia di Alessandria dall’Ottocento a oggi. Congiunture e passaggi di lungo periodo”, a firma V. Rapetti G. Subbrero. “L’agricoltura alessandrina nella storia contemporanea tra crescita, declino e prospettive”, a cura di M. Vecchio, mentre M. Fiorio parla di “Cambiamento climatico e comparto vitivinicolo. Cenni sulla trasformazione in corso”.
Due sono i saggi sul passato e futuro della nostra campagna, il primo a firma di C. Petrini s’intitola “Coltivare un’agricoltura sostenibile”, il secondo di T. Agliani: “La fotografia come fonte per la storia del territorio. Il caso dell’Ovadese -Racconto fotografico”
Sono cinque gli interventi che parlano di ambiente, territorio e paesaggio: C. Tripodina “La tutela dell’ambiente nella Costituzione italiana. Tra interessi delle generazioni future e responsabilità della generazione presente”; V. Tigrino “La storia dell’ambiente come storia applicata: dinamiche dell’abbandono e della patrimonializzazione”Lajolo“Spaesati. Comunità rurali e paesaggio agrario”: G. Durando “Langhe, Roero e Monferrato, patrimonio mondiale UNESCO e le incognite del cambiamento climatico”; M. Fontefrancesco “Una fetta di castagnaccio, una manciata di castagne. Storia agraria e paesaggio montano nell’Alessandrino tra sviluppo, interruzione e possibile ripresa”.
Il direttore della Rivista, Cesare Panizza, dialogherà con Michele Fontefrancesco dell’Università di Pollenzo e con l’agronomo Marcello Vecchio.