Il Comune di Gavi a caccia di quasi 300 mila euro di tassa rifiuti (Tari) non pagata. Dal 2014 al 2018 risultano infatti 276 mila euro di evasione, con cifre annuali che variano tra 40 mila e 80 mila euro, messe a bilancio dal commissario prefettizio Maria Clara Callegari. L’evasione fiscale a Gavi è stata più volte oggetto di discussione in Consiglio comunale. L’opposizione dal 2016 in poi ha sempre rilevato che gli evasori non sono mai stati efficacemente perseguiti dall’amministrazione comunale. Nel bilancio di previsione 2020-2022, approvato a dicembre quando ancora era in carica l’amministrazione guidata, in sostanza, dal vicesindaco Nicoletta Albano, a bilancio erano previsti appena 6 mila euro all’anno di recupero dall’evasione per la Tari, “rispetto a un incasso di 880 mila euro, pari allo 0,68%. Siamo evidentemente diventati la Svizzera”, aveva commentato il capogruppo di opposizione Mario Compareti. In realtà, come emerge ora, le cifre da recuperare ammontano, come si è detto, a decine di migliaia di euro all’anno. Perché l’amministrazione comunale aveva previsto cifre così ridotte per il recupero dell’evasione? Ora il commissario punta a far pagare chi ha fatto il furbo, anche grazie all’azione inefficace (non si sa quanto volutamente) di chi ha amministrato Gavi.

Il municipio di Gavi

Il Comune – spiega Maria Clara Callegari – ha titolo per recuperare le somme in quanto le annualità più vecchie sono state iscritte a ruolo esattoriale per la riscossione coattiva, mentre per i crediti più recenti, l’ufficio sta procedendo alla notifica dei solleciti di pagamento, cui seguirà, in caso di inottemperanza, l’iscrizione a ruolo”. Nel maggio dello scorso anno Albano in Consiglio comunale, sollecitata dalla minoranza sull’evasione della tassa rifiuti, aveva detto: “In particolare ci sono due soggetti che il Comune ha iscritto a ruolo”. L’amministrazione comunale, era stato detto, aveva incaricato l’Agenzia delle Entrate di avviare l’iter per il pignoramento dei beni. Se trascorrono più di cinque anni la cifre non possono più essere riscosse dal Comune e chi ha evaso non rischia più nulla, come è successo per l’evasione riferita al 2013 e agli anni precedenti. Il commissario afferma infine che “sono in corso incontri con la società che gestisce il servizio di raccolta rifiuti (Gestione Ambiente, ndr) per definire l’avvio della raccolta differenziata ma non c’è ancora una data”. Gavi è l’unico paese del Novese dove il porta a porta spinto non è ancora partito.