Capanne di Marcarolo

A Capanne di Marcarolo si salvano i prati dall’abbandono per tutelare le farfalle. Nel cuore del Parco Capanne, le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno utilizzato i fondi del Psr (Piano di sviluppo rurale) 2014-2020 della Regione destinati alla protezione e all’incremento della biodiversità. I due progetti riguardano i terreni di Cascina Merigo e Cascina Pizzo, nel Comune di Bosio, per un totale di circa 8 ettari di proprietà della Regione, dati in concessione d’uso al Parco. “Gli interventi – spiegano da Bosio – tecnicamente consistono nel ripristino di habitat di prateria e prato pascolo in evoluzione e il potenziamento di porzioni di territorio utili alla conservazione e alla riproduzione di alcuni lepidotteri, l’Euphydrias aurinia, farfalle “indicatori ambientali” tutelate dalla Comunità Europea”.

Un esemplare di Euphydryas aurinia

Con i fondi regionali saranno tagliati alberi e arbusti che, dopo l’abbandono del pascolo, hanno invaso i prati, salvaguardando le piante di pregio e utili per la conservazione dei lepidotteri. Saranno inoltre previste azioni di preparazione del terreno, di manutenzione e miglioramento dell’erba e di ripristino dove sono evidenti i danni causati dagli ungulati. “Quest’ultima azione di protezione – spiegano ancora da Parco – si è resa necessaria in quanto nelle aree aperte la densità della farfalla Euphydrias aurinia è particolarmente elevata e il danneggiamento del suolo, da parte soprattutto dei cinghiali, determinerebbe l’impossibilità di procedere al periodico necessario sfalcio di mantenimento, causando la perdita delle condizioni ecologiche che si vogliono mantenere in stato ottimale”.

I prati di cascina Merigo a Capanne

Gli interventi sui prati dovrebbero terminare a fine gennaio 2019 ma, per gli anni successivi, proseguono dal Parco, “è previsto il taglio dei ricacci e degli arbusti e lo sfalcio periodico dei prati nel caso non vengano utilizzati per il pascolo diretto da parte di bestiame locale”. Cascina Merigo rappresenta l’area più importanti per la conservazione dei lepidotteri, in particolare della Euphydryas aurinia provincialis, all’interno dell’area protetta. Con gli interventi di ripristino si manterranno e si amplieranno le aree dove crescono le piante nutrici dell’Euphydryas, ovvero Knautia arvensis e Succisa pratensis. A cascina Pizzo gli interventi hanno l’obiettivo inoltre di creare le condizioni ecologiche per la colonizzazione di Zerynthia polyxena, un altro lepidottero diurno, tramite la reintroduzione della pianta nutrice, l’Aristolochia.