Addio alla professoressa dell’istituto Dante: aveva 59 anni

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Mariella Semino

Si celebra stamane, giovedì 12 novembre, alle 10,30, nel Duomo di Tortona, il funerale di Mariella Semino, indimenticabile professoressa dell’istituto Dante Alighieri morta lunedì, a 59 anni, dopo aver contratto il Covid in ospedale.

Grandissimo il cordoglio in città e nella zona, dove tutti ricordano la prof sempre sorridente, simpatica e con la battuta pronta, una donna forte, un esempio da seguire. Tanti i messaggi di affetto giunti in questi giorni al marito, Maurizio Torriglia e ai figli Luca e Marco.

Per tutta la vita aveva lottato contro un tumore che l’ha colpita quando aveva solo 32 anni e i suoi figli erano ancora piccoli. Si è rialzata più volte, senza mai lamentarsi, con grande dignità: per lei la più grande soddisfazione era veder crescere i suoi bambini e accompagnarli alla vita adulta. E con questo desiderio è andata avanti per tanti anni fra un ospedale e l’altro, sottoponendosi a cure pesanti, che la debilitavano. Poi però si riprendeva e stava bene. Quattro settimane fa, un ciclo di cortisone le aveva fatto salire la glicemia ed era stata ricoverata in ospedale. Il tampone d’ingresso era negativo. Dopo alcuni giorni di cure si era ripresa: aveva chiamato il marito al telefono, brillante come sempre, dicendo che stava bene. Si pensava che sarebbe tornata a casa presto, invece quella è stata l’ultima volta che si sono sentiti. Dopo nemmeno una settimana è risultata positiva al tampone ed è stata trasferita nel reparto Covid con una diagnosi di polmonite virale. Lunedì poco dopo mezzogiorno la notizia: Mariella se n’era andata.

Per tanti anni aveva insegnato stenografia e dattilografia all’istituto orionino Dante Alighieri di Tortona e quando la scuola aveva chiuso era passata al Carbone. Mauro Sala, presidente nazionale degli Ex Allievi di Don Orione la ricorda così: «Sono in molti gli ormai uomini e padri di famiglia che piangono per questo lutto, per quella che da ragazzi è stata la loro insegnante all’Istituto Dante. Anch’io ho avuto la fortuna di conoscerla, come persona squisita, come collega negli anni belli al Dante, come madre il cui figlio è poi diventato amico del mio. E anche quando la salute le ha minato il fisico, pur nella consapevolezza della gravità, ha sempre mantenuto un contegno che solo i forti nello spirito e saldi nella fede sanno avere. E poi, dopo aver tanto lottato, questo misterioso virus l’ha aggredita in un letto del nostro ospedale. Questo mi fa rabbia, molto rabbia. Sono sicuro che Iddio saprà premiarla per la sua vita vissuta con dignità e coraggio».