In Piemonte c’è il rischio di vedere altre imprese legate alla mafia nei cantieri a causa delle norme previste dalla Regione per la Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Lo sostengono i sindacati Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl, che ricordano come da lunedì scorso anche il settore delle costruzioni si è messo in movimento: “In Italia alcuni cantieri pubblici erano già ripartiti e a oggi sono circa il 50 % – dichiara il Segretario Generale Feneal Uil Piemonte, Giuseppe Manta. In Piemonte sono ripartiti i cantieri del Terzo Valico dei Giovi con tutte le precauzioni e con l’insediamento del Comitato Aziendale della Sicurezza come previsto dal protocollo all’interno dell’accordo Interconfederale del 24 aprile. In tutte le province come Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl Piemonte abbiamo chiesto l’istituzione urgente dei Comitati Territoriali per andare incontro alla ripresa con la certezza che la sicurezza sia applicata su tutti i cantieri sia pubblici che privati. Si presume che entro il 18 maggio quasi il 100% delle imprese sopravvissute riprendano il lavoro. Le difficoltà sono dovute al reperimento dei dispositivi di protezione quali mascherine, guanti ecc.. Tramite gli enti bilaterali del settore si è cercato di provvedere aiutando imprese e lavoratori purtroppo i tempi di consegna sono lunghi e non tutti sono riusciti a reperirli. Non si può mettere a repentaglio la salute dei lavoratori per il profitto e nello stesso tempo bisogna salvaguardare le imprese regolari e sane dalla concorrenza sleale da parte di imprese irrispettose delle regole che possono trovare terreno fertile”. I sindacati chiedono di “vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di congruità. Cioè alla documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l’intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il contratto collettivo edile.

Il cantiere Basso Pieve del Terzo valico a Novi Ligure

Purtroppo sembra che la Regione Piemonte voglia proseguire per altre strade che rischiano di creare notevoli problemi sia dal punto di vista della regolarità che dalle infiltrazioni mafiose. Nel disegno di Legge Regionale n.95 presentata il 5 maggio 2020 al Titolo 5 , Art 65 e 66 affronta questi due argomenti lasciando le maglie troppo larghe per quanto riguarda la regolarità in nome di una ripartenza a tutti i costi mettendo le regole in secondo piano”. Le organizzazioni sindacali ricordano che “nel settore edile, che è uno dei settori più colpiti dal problema delle infiltrazioni mafiose e malavitose, non esigere immediatamente da parte delle imprese il certificato antimafia può essere controproducente e soprattutto la proroga del durc al 31 gennaio 2021 rischia di essere devastante. Si dà modo alle imprese irregolari di non esibire il Documento di Regolarità Contributiva per oltre un anno con danno ai lavoratori ed alle imprese serie e regolari. Queste imprese possono permettersi per un anno di non pagare contribuzione Inail, Inps e Cassa edile e in un anno come sindacato delle costruzioni abbiamo visto nascere moltissime imprese che incassati i soldi dei SAL (Stato Avanzamento Lavori), non hanno pagato i lavoratori, i fornitori ed i contributi e hanno dichiarato la chiusura”. Riparti Piemonte, conclude Manta, “deve avvenire in regolarità, non deve prevedere norme che inficiano la regolarità già difficoltosa del settore che conta a livello nazionale oltre 400 mila lavoratori irregolari”.