Covid-19. Fornaro: “Siamo ancora in emergenza sanitaria. Il Piemonte è secondo solo alla Lombardia

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Le anticipazioni, le bozze, le opinioni varie diffuse a piene mani su  ogni mezzo di comunicazione sulla cosiddetta Fase 2 stanno creando confusione e non fanno che aumentare il disagio delle persone rispettose delle restrizioni afferma il capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro.- . Le modalità della ripartenza devono fondarsi su atti del Governo, in pieno raccordo istituzionale con le Regioni e gli enti preposti, e non sulla narrazione di opinionisti”.

La situazione per l’emergenza Covid nella nostra Regionedicono da Articolo Uno Cordinamento Alessandria Asti, –  sta assumendo ormai da giorni una connotazione molto preoccupante. I dati dei contagi sono in continua crescita con percentuali elevate e a tutt’oggi il Piemonte è secondo solo alla Lombardia come numero di ammalati, i casi accertati nelle due regioni rappresentano circa il 50% del totale nazionale, , in costante crescita. Aver seguito il modello lombardo anziché quello veneto ha pagato in negativo , anche nella nostra provincia questa crescita è diventata esponenziale.

I motivi per i quali si stia verificando tutto questo sono ormai noti a tutti, una gestione indecisa dell’emergenza, i tamponi a lungo attesi nelle strutture sanitarie e nelle RSA vengono fatti solo da pochi giorni, l’incertezza se accettare o meno gli aiuti in termini di personale medico offerti dallo Stato, una procedura per verificare il contagio che ha reso difficile la gestione dei pazienti a domicilio, le mail intasate e quelle andate perdute.

Oggi, che sono considerevolmente aumentati gli accertamenti prevalentemente nelle Rsa, emerge la dimensione della diffusione del virus nell’intero territorio che porta al pesante incremento dei numeri del contagio che stiamo constatando, tenendo presente   che il monitoraggio e la ricerca delle persone positive all’interno delle famiglie va molto a rilento soprattutto nei territori delle Provincie di Asti e Alessandria. Tutti sanno ormai che è fondamentale, non solo per isolare il contagio ma soprattutto per salvare vite umane la cura a casa con i prodotti che hanno dimostrato di essere efficaci per fermare la degenerazione della malattia. Però se prima  non viene diagnosticata la positività al virus nessuno somministra la cura, per questo è indispensabile fare tamponi anche nelle famiglie.

In questa situazione diventa difficile se non impossibile per tutti, governo regionale in primis, programmare la fase 2, cioè la ripresa delle attività produttive, garantendo la dovuta sicurezza ai lavoratori di ogni ordine e grado e alla popolazione tutta.

Ai cittadini bisogna dare certezze e indicare loro una strategia chiara che tenga conto di un dato oggettivo: siamo ancora in emergenza sanitaria. La salute di cittadini, lavoratori e lavoratrici deve rimanere al primo posto, pur in un contesto di graduale ripresa delle attività quotidiane. Noi riteniamo che questo sia un momento in cui occorra la massima unità tra tutte le forze che amministrano il territorio dalla Regione alle Provincie ai Comuni capoluogo e a tutti i Comuni. Pur in presenza delle criticità palesate nella gestione dell’emergenza da parte dell’unità di crisi regionale, non vogliamo fare ora solo delle polemiche, ci sarà un tempo in cui ognuno assumerà le proprie responsabilità per ciò che ha fatto o farà.

Consideriamo un provvedimento utile, data la situazione, la nomina di una nuova task force fatta di esperti e scienziati,  che andrà a supportare l’unità di crisi piemontese per superare le

criticità fin qui emerse nella gestione dell’emergenza. Auspichiamo che il lavoro sia prevalentemente incentrato ora per garantire il monitoraggio della presenza del contagio all’interno delle famiglie con un considerevole aumento dei tamponi e garantendo l’assistenza e le cure domiciliari necessarie e con i farmaci ormai sperimentati  nelle realtà dove hanno prodotto efficacia e che non sono reperibili sul mercato ma solo negli ospedali e vengono distribuiti solo nei casi accertati , lasciando così scoperta una larga parte di  popolazione che può essere ammalata e non accertata mettendo seriamente a rischio la vita di queste persone.

Riuscire in questo intento salverebbe altre vite e solo così sarebbero garantite le condizioni necessarie per l’attuazione della fase due, ripresa delle attività produttive, anche nella nostra regione”.