Il biodigestore di Isola del Cantone, temuto soprattutto in Piemonte per il potenziale inquinamento dello Scrivia e degli acquedotti, resta senza terreni. L’impianto da 33 mila tonnellate di rifiuti da trattare per produrre biogas doveva sorgere in località Camposaragna, a ridosso del torrente, su alcuni mappali per i quali la Energa, società proponente, aveva stipulato con il proprietario una serie di compromessi per la cessione. Compromessi che avevano una scadenza, arrivata da qualche tempo senza che la Energa abbia ottenuto dalla Città metropolitana di Genova l’autorizzazione finale a realizzare e attivare la centrale, foriera di lauti incentivi statali per le energie rinnovabili.
Così, secondo un comunicato diffuso nel pomeriggio dal Comune di Isola del Cantone, contrario all’impianto come i comuni alessandrini con Arquata Scrivia in testa, Energa ha perso la disponibilità dell’area poiché è stata ceduta dal proprietario a un altro imprenditore. “Il biodigestore non si farà più – dice il sindaco di Isola, Giulio Assale – poiché la società non ha la disponibilità dei terreni, condizione indispensabile per ottenere l’autorizzazione. La Regione Liguria, che a suo tempo aveva dato il primo ok al progetto, è a conoscenza di tale situazione”. La giunta regionale ligure, guidata da Giovanni Toti (centrodestra), a fine anno aveva fatto una pessima figura: nei mesi precedenti i suoi componenti, specie della Lega nord, avevano annunciato la loro contrarietà al progetto Energa, salvo poi votare a favore in giunta, nonostante le enormi lacune dell’iter progettuale. La palla era quindi passata alla ex Provincia, la Città Metropolitana di Genova ma, nel frattempo, è arrivata la cessione delle aree interessate dall’impianto. Il ricorso al Tar sottoscritto dai Comuni, promosso da Arquata Scrivia e Isola, per ora non sarà ritirato.