17 milioni di euro. I costi della recinzione prevista contro la peste suina sono quasi raddoppiati soprattutto a causa dei danni provocati dai cinghiali, previsti da chi si era detto contrario a questa soluzione, raccomandata dai veterinari della Commissione Ue e portata avanti dai ministeri e dalle due regioni interessate, Piemonte e Liguria. La scorsa primavera il Parlamento aveva stanziato 10 milioni di euro per installare gli oltre 150 km intorno alle autostrade A7, A26 e alla bretella Predosa-Bettole per fermare gli spostamenti dei cinghiali dal nucleo della zona infetta e procedere quindi con gli abbattimenti massicci ed evitare così la diffusione del virus ai territori limitrofi. Ora, secondo quanto ha fatto sapere il commissario straordinario Angelo Ferrari, servono altri 6,8 milioni in totale, dei quali 1,7 in territorio alessandrino. Oltre a dover completare la barriera con il terzo lotto in alta Val Borbera e in Liguria in zone spesso impervie, devono essere sistemati i tratti danneggiati dagli ungulati, a quanto pare numerosi, e pagate le assicurazioni. La scorsa primavera l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, aveva previsto 400 mila euro per la manutenzione, calcoli che, evidentemente, erano sottostimati