Dopo la bellissima esperienza come volontario al Viking Festival, io e la mia collega Lea (ormai da qualche tempo fedele compagna di viaggio) abbiamo intenzione di campeggiare per due o tre giorni a Haukland beach, una delle spiagge più belle delle Isole Lofoten. Purtroppo il tempo è inclemente: la pioggia a intermittenza e il vento fortissimo non danno tregua. Capiamo che la tenda imprestataci da un amico farebbe una brutta fine e cerchiamo di trovare un’alternativa. Scrivo varie richieste di emergenza su CouchSurfing, spiegando la nostra situazione di difficoltà. Dopo poche ore riceviamo la risposta di Bjorn, un ragazzo tedesco che lavora a Svolvaer. Raggiungiamo la città più grande delle Lofoten facendo autostop e veniamo accolti con entusiasmo dal nostro couchsurfer. Ha 29 anni e lavora da quasi un anno in Norvegia come fornaio. Comincia il turno alle 21:30 e torna a casa alle 6-7 del mattino. Considerati questi orari di vita molto particolari, nei tre giorni che restiamo da lui facciamo la massima attenzione a non disturbarlo nel pomeriggio, quando dorme alcune ore prima di andare al lavoro.
Lunedì 14 agosto il tempo è terribile, ma dopo una notte di tempesta il tempo si schiarisce e ne approfittiamo per fare una camminata a Floya, la montagna che domina Svolvaer. Sul lato sinistro ci sono due rocce che si stagliano nettamente, come due piccole corna: una famosa leggenda dice che si tratta di una capra pietrificata alla fine di una lite tra due troll! Per salire sulle “corna” ci vuole l’attrezzatura da arrampicata, quindi noi preferiamo raggiungere la cima, alta 600 metri, dopo una salita ripida partendo dal mare. La vista ripaga di ogni fatica: sulla costa varie isole e il centro di Svolvaer, all’interno una catena ininterrotta di colline e montagne. Nel pomeriggio passeggiamo tra le enormi rastrelliere in legno per l’essiccazione del merluzzo: ormai lo stoccafisso non c’è più ma fa impressione vedere queste strutture alte 7-8 metri. Alla sera vado a dormire stanco e contento: il primo Ferragosto in Norvegia è stato davvero spettacolare!
Il giorno successivo ci svegliamo presto per fare un’altra escursione. Prendiamo un traghetto locale e in mezz’ora arriviamo all’isola di Skrova, con una superficie di 6 km2 e una popolazione di poche decine di abitanti. Al mattino è ancora sereno e prendiamo un po’ di sole in spiaggia: con la sabbia bianca e l’acqua cristallina sembra di essere nei Caraibi! Ma nel pomeriggio il sempre variabile tempo norvegese torna a farsi sentire: pioggia e vento gelido ci costringono a tornare a casa velocemente. Mentre Bjorn dorme passiamo ore a giocare a carte e a leggere. Il 17 agosto facciamo colazione insieme, con il pane e le brioche fresche preparate dal nostro fornaio di fiducia!
Lo salutiamo con un forte abbraccio e con alcune birre che gli abbiamo lasciato nel frigo, dopo avergli chiesto la sua marca preferita: un piccolo regalo per ringraziarlo della sua squisita ospitalità!
Sempre facendo l’autostop (in tre ore e con tre passaggi ) raggiungiamo Nusfjord. Domani si lavora e la nostra ditta paga l’alloggiamento in una rorbu, tipica casa dei pescatori. Io e Lea invitiamo a cena Suppathra, l’amica tailandese che mi aveva ospitato a casa sua a giugno. Dopo una passeggiata e una buona cena con bruschette e pasta ci salutiamo, con tanta gratitudine per il tempo passato insieme e un pizzico di tristezza. Poco dopo arrivano i colleghi e andiamo a dormire presto perché domani si lavora: ormai mancano solo tre giorni alla fine della stagione!