sezzadio striscioni riccoboni

Anche in futuro in Piemonte si potranno costruire discariche di rifiuti sulle falde acquifere. Quanto rischia di avvenire a Sezzadio con il progetto della Riccoboni di Parma, già autorizzato dalla Provincia, potrà succedere di nuovo grazie alla decisione della Regione (targata Pd come l’amministrazione provinciale) di permettere la presenza di ammassi di rifiuti sulle cosiddette aree di ricarica delle falde, zone del territorio dove si trovano acque sotterranee da cui si alimentano pozzi e acquedotti.

Un'assemblea svoltasi a Cassine sulla tutela della falda di Sezzadio-Predosa
Un’assemblea svoltasi a Cassine sulla tutela della falda di Sezzadio-Predosa

Da tempo in Valle Bormida attendevano un segnale in tal senso da Torino ma Chiamparino & C sono andati nella direzione opposta rispetto a quanto auspicato dalla popolazione e dai sindaci, cioè tutelare l’acqua. La denuncia arriva dal consigliere regionale Paolo Mighetti (M5s) e dai candidati 5 stelle alle elezioni amministrative di Alessandria e Acqui Terme, Michelangelo Serra e Lorenzo Lucchini: “Dopo anni di battaglie e le mille scuse dell’assessore all’Ambiente Valmaggia, siamo alla resa dei conti: la Regione non vuole tutelare le falde acquifere del Piemonte. Anzi, sarà possibile addirittura realizzare discariche sopra le falde. La bozza di variazione del Piano di Tutela delle Acque (Pta) non includerebbe le norme di salvaguardia delle aree di ricarica delle falde profonde. Insomma, dopo un attesa di “soli” nove anni, la scorsa estate è stato approvato (con una determina interna all’assessorato) lo studio di dettaglio sulle aree di ricarica. Abbiamo manifestato tutte le perplessità sul contenuto insieme ai sindaci ed alle associazioni ambientaliste della Valledora e della Val Bormida. Abbiamo comunque aspettato in attesa di quelle norme che rendessero lo studio cogente ed efficace per tutelare l’acqua che ogni giorno beviamo. Oggi – proseguono gli esponenti 5 stelle -, solo grazie alle informazioni pervenute in maniera informale dal territorio, scopriamo che la modifica al Pta introdotta dalla giunta Chiamparino non vieterà la costruzione di discariche nelle preziose aree di ricarica. Insomma, un grande “Sì” in stile renziano. Una politica che metterà in pericolo il futuro dell’ambiente e dei nostri figli con un via libera insensato all’inquinamento”.

L'assessore regionale Alberto Valmaggia
L’assessore regionale Alberto Valmaggia

I timori del caso Riccoboni a Sezzadio, come è noto, riguardano proprio il pericolo di inquinamento della falda di Sezzadio-Predosa: l’ammasso di rifiuti (1,7 milioni di metri cubi di spazzatura), contenenti anche cromo, potrebbe danneggiare la falda sottostante, da cui si alimentano 50 mila persone ma in gradi dare da bere ad altre 200 mila. “Cosa spinga a scelte così miopi e scellerate non è dato sapersi – concludono Mighetti, Serra e Lucchini -. Ora la palla passerà ulteriormente a province, comuni e Ambito territoriale ottimale in un perenne gioco dello scarica barile che continua da un decennio. Oltre al gesto di grande irresponsabilità ambientale, che contrasteremo duramente in Consiglio regionale, non possiamo che condannare le modalità di confronto dell’assessore e la scarsa trasparenza dimostrata”. Trasparenza che la Regione non mostra neppure nei confronti dei giornalisti e quindi dei lettori: interpellato sull’argomento, l’assessore Valmaggia ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione per spiegare la contestata decisione della giunta. Davvero un brutto segnale dopo le accuse rivolte da più parti al Pd alessandrino di fare gli interessi della Riccoboni anziché dei cittadini, che soltanto sabato scorso hanno manifestato ad Alessandria contro il progetto di Sezzadio.