“I sindaci informino i cittadini sulle 20 torri eoliche tra Giarolo e Chiappo”.

In una lettera il Comitato per il territorio delle 4 Province chiede di far conoscere alla popolazione cosa succederà in Val Curone e Val Borbera con l’installazione delle pale.

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Il territorio verrebbe pesantemente modificato da un progetto di queste dimensioni, per questo i sindaci devono informare la popolazione. È, in sintesi, la richiesta inviata gli amministratori locali di Albera, Cabella e Fabbrica Curone dal Comitato per il territorio delle 4 Province a proposito delle 20 torri eoliche proposte dalla 15 Più Energia di Brescia tra il monte Chiappo e il monte Giarolo. I dettagli sono stati resi noti sul sito internet del ministero dell’Ambiente il 13 novembre: il crinale tra le vette appenniniche più alte della provincia verrebbe stravolto per installare un maxi impianto industriale per produrre energia sfruttando il vento ma, ha già fatto notare il comitato, continuando a consumare territorio, per altro in una zona fragile dal punto di vista idrogeologico e ambientale. “L’impatto sul territorio – rileva il comitato nella lettera – di un impianto industriale di queste dimensioni è enorme, e porterebbe a una radicale trasformazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, agricole, forestali e storiche del nostro comprensorio, con gravi ricadute sui progetti di valorizzazione dello stesso, vanificando gli sforzi compiuti in tanti anni da istituzioni locali, associazioni e individui che lo abitano e frequentano. Ad oggi non ci risulta che da parte delle istituzioni si siano prese iniziative volte a informare la popolazione locale intorno a un fatto di tanta importanza, né che vi siano state prese di posizione su questo progetto”. Nella lettera si evidenzia che i Comuni hanno tempo fino al 13 dicembre per valutare i 600 documenti e presentare richieste di integrazioni. Nel progetto della società lombarda il comitato ha sottolineato una serie di aspetti da chiarire, a cominciare dalla vicinanza delle torri alla fascia di rispetto di 50 metri dal crinale entro la quale non si può edificare, dall’elettrodotto previsto in Val Borbera, di cui si hanno ben poche informazioni, fino alla viabilità, stravolta in Val Curone per il trasporto dei componenti delle torri. Prevista inoltre una strada molto larga dal Giarolo al Chiappo, sovrapposta ai sentieri frequentati dagli escursionisti.