un lupo nero
Un lupo nero

Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano darà una mano alle Aree protette dell’Appennino Piemontese per studiare la presenza di animali ibridi tra cane e lupo sul territorio alessandrino e in parte dell’astigiano. L’ente che ha sede in provincia di Massa Carrara vanta un lunga esperienza in tema di lupo e anche rispetto agli ibridi, animali che sarebbero stati avvistati anche in provincia di Alessandria ma per i quali servono analisi genetiche per comprenderne la reale natura. Qualche anno fa un esemplare era stato investito mortalmente da un’auto a Cassano Spinola: il pelo era nero e questa caratteristiche aveva destato sospetti. Le analisi rivelarono che si trattava in effetti di un incrocio cane-lupo, frutto di un’ibridazione risalente però ad alcune generazioni prima. “Il problema – spiega Danilo Repetto, presidente delle Aree protette dell’Appennino Piemontese – è che la normativa non dà indicazioni precise su come comportarsi con gli ibridi. Non è facile innanzitutto stabilirne la natura e sono animali che, essendo incrociati con il cane, sono meno timorosi nei confronti dell’uomo.

Danilo Repetto, presidente delle aree Protette dell’Appennino Piemontese

L’intesa con il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano serve a dare maggiori strumenti al nostro ente per studiare questo fenomeno, nel caso si manifestasse, visto che finora ci sono state solo delle segnalazioni di lupi dal pelo più chiaro rispetto al colore del lupo appenninico. Il tutto – dice ancora Repetto – sempre nell’ottica della convivenza tra l’uomo e il lupo, senza allarmismi ma utilizzando tecnica e intelligenza”. Le Aree protette dell’Appennino Piemontese hanno previsto una spesa di 18 mila euro che saranno impiegati, tra l’altro, per rilevare la presenza degli ibridi ed eventualmente catturarli nell’ambito della conservazione della specie lupo e della mitigazione dei conflitti uomo-lupo. “La cattura – conclude Repetto – dovrà avvenire ovviamente senza fare del male all’animale. Non dovrà essere nulla di cruento e avverrà solo a scopo di studio”. Gabriele Panizza, tecnico delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, durante il recente convegno di Bosio dedicato alla comunicazione dell’argomento lupo e alla sua convivenza con l’uomo e le sue attività, ha spiegato: “L’eventuale rimozione degli esemplari ibridi può essere stabilita solo da un ente governativo e gli esemplari di recente ibridazione vanno trattati come lupi”.