Finalmente il Museo della Farmacia di Carletto Bergaglio sarà esposto al pubblico, a Vercelli, nel museo Leone, dal 14 aprile al 14 ottobre, nella mostra dal titolo “Taumaturgiche siringhe”. La curiosa collezione è stata creata dal fondatore dei Cavalieri del Raviolo e del Gavi, scomparso nel 2005, durante la sua attività di farmacista a Portacomaro (Asti) e fino a due anni fa si trovava nella sua casa di via Mameli, a Gavi. Centinaia di pezzi con clisteri in metallo, peltro e legno, pitali in vetro e ceramica e pappagalli, comode e irrigatori vaginali risalenti ai secoli scorsi, compreso il bidet da viaggio della Regina Margherita e tanti testi medici e farmaceutici. A parte una presenza con alcuni “pezzi” all’Expo di Milano nel 2015 grazie all’Ordine dei farmacisti, è la prima volta che il museo viene fatto conoscere al pubblico. L’occasione è arrivata grazie per l’appunto al museo Leone e al Museo della farmacia Picciola, che ospita la collezione di Bergaglio.

Il museo è finito a Vercelli poiché a Gavi non c’è stato nessuno ente disposto a trovare uno spazio per ospitarlo. Bergaglio aveva lasciato scritto nel testamento che il museo rimasse in paese ma gli eredi, dopo la scomparsa della moglie di Bergaglio, nel 2014, sono stati costretti a vendere lo storico palazzo dove abitava il creatore della collezione: troppe le spese per sistemare l’edificio. Come era già capitato ai Cavalieri del Raviolo in precedenza, gli eredi hanno trovato porte chiuse sia da parte del Comune che della Soprintendenza, padrone di casa del Forte di Gavi, così tutto è finito a Vercelli. Gli oggetti sono stati donati a condizione che nella targa del museo della Picciola venga indicato anche il nome di Gavi oltre a quelli di Vercelli e Trieste, da dove arrivano altri oggetti. Il 14 aprile, a Vercelli, ci saranno anche i Cavalieri del Raviolo per ricordare Carletto Bergaglio, al quale Gavi deve davvero tanto se si pensa al suo impegno per il Gavi e l’enogastronomia in generale.