Chistian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità di Genova, testimonierà al processo intentato dagli amministratori comunali di Serravalle Scrivia contro Giornale7.it. Nel 2018 la nostra testata ha raccontato cosa contenevano le intercettazioni dell’indagine Alchemia, risalente al 2012: nel 2016 vennero arrestati, con l’accusa di associazione mafiosa, l’imprenditore Orlando Sofio, di Novi Ligure, e Marianna Grutteria, di Serravalle Scrivia, oltre a numerose altre persone nel Nord Ovest accusate di appartenere alle ndrine calabresi. I due erano considerati dalla Procura di Palmi i referenti nel Nord Ovest delle cosche Raso-Gullace-Albanese e Cagliostro-Parrello, protagoniste, tra l’altro, di faide sanguinarie nei decenni scorsi a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria. Nelle intercettazioni dell’indagine Alchemia era emerso che Sofio era in contatto con molti politici del Novese, di centrodestra e di centrosinistra, con l’obiettivo di far ottenere appalti alle imprese “amiche”.

Christian Abbondanza

La sua Euroservizi, con sede nella zona industriale di Serravalle, che solo sulla carta era guidata dalla Grutteria, era entrata negli appalti del Terzo valico ed era stata poi sequestrata nel 2016. Non solo: aveva ottenuto incarichi dal Comune di Serravalle Scrivia. Appalti senz’altro decisi dagli uffici comunali rispettando tutte le norme ma Sofio, intercettato al telefono, nel 2012 annunciava che a Serravalle, nelle imminenti elezioni comunali, avrebbe sostenuto il candidato sindaco Alberto Carbone, “perché lui qualcosa mi dà, mi ha sempre dato una mano”. Carbone vinse le elezioni. Il primo cittadino fece il bis cinque anni dopo e nominò vice Giulia Marchioni, cugina della Grutteria. Una situazione che l’associazione Casa della Legalità di Genova, parte civile nel processo calabrese, aveva portato all’attenzione di quel tribunale con una memoria. Giornale7.it, a partire dal 2018, ha semplicemente raccontato cosa conteneva quel documento, senza neppure esprimere critiche (che sarebbero state comunque legittime), oltretutto lasciando spazio alle versioni di Carbone e Marchioni.

Alberto Carbone, sindaco di Serravalle Scrivia

Costoro si sono sentiti diffamati e, dopo aver lanciato messaggi minacciosi in Consiglio comunale (“C’è chi pesca nel torbido ma rischia di annegare”, ha detto Carbone), hanno querelato la nostra testata. Durante l’udienza preliminare ad Alessandria, la scorsa primavera, i legali del sindaco e della vice non hanno contestato nel merito nessuno dei fatti raccontati né le prove depositate, compreso l’audio delle intercettazioni. Hanno sostenuto che gli articoli incriminati avrebbero fatto intendere al “lettore medio” legami tra Carbone, Marchioni e due imputati per ndrangheta. Non solo: hanno cercato di attribuire a Giornale7.it la responsabilità di volantini diffusi a Serravalle nel 2018 nei quali si chiedevano le dimissioni del sindaco e della vice (“Ecco a cosa porta un certo tipo di giornalismo”, ha detto il legale della Marchioni) e sostenuto, falsamente, che negli articoli è stato scritto che Serravalle è “un comune ndranghetista”.

Orlando Sofio

Il pm, nonostante non vi fosse contestazione sulla veridicità dei fatti contestati, ha chiesto il rinvio a giudizio dopo aver fatto un semplice “copia e incolla” della querele. Il legale che difende la nostra testata, l’avvocato Emiliano Bottazzi, ha evidenziato: “Se i fatti in questione fossero avvenuti a carico di amministratori di grandi città, come Milano o Torino, sarebbe scoppiato un pandemonio e i giornali ne avrebbero ovviamente parlato. In provincia di Alessandria, invece, da parte degli amministratori locali non c’è l’abitudine a rispondere a certe situazioni e questa è la loro reazione”. Il gup, alla fine, ha deciso per il rinvio a giudizio. Nel frattempo, la sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria ha confiscato beni per 2 milioni di euro a Sofio e Grutteria, per i quali il 6 ottobre si è aperto il processo di Appello. Nell’udienza filtro della scorsa settimana, l’avvocato Bottazzi ha citato come teste Abbondanza, profondo conoscitore delle cosche calabresi del Nord Ovest e nemico dei boss.

Marianna Grutteria
Marianna Grutteria

I legali di Carbone e Marchioni si sono opposti, sostenendo che la testimonianza di Abbondanza sarebbe “irrilevante ai fini del processo”. Il giudice ha però ammesso il teste sostenendo che la rilevanza della sua deposizione sarà valutata in sede di decisione. Non solo i legali degli amministratori serravallesi hanno anche sostenuto che Grutteria e Sofio, nel processo di primo grado a Palmi, sarebbero stati assolti. L’avvocato Bottazzi ha fatto notare il contrario. La coppia è stata condannata per associazione a delinquere: 3 anni per la donna, 5 per l’uomo. In Appello la Procura ha chiesto che venga riconosciuta l’affiliazione alle cosche. L’udienza ad Alessandria è stata aggiornata al 6 ottobre 2022.