Le Comunità montane sono state cancellate quasi da dieci anni ma la Terre del Giarolo deve ancora essere liquidata poiché i sindaci non vogliono farsi carico dei debiti che, in buona parte, hanno loro stessi creato. Così, il commissario liquidatore nominato dalla Regione lo scorso anno, Maria Luisa Tabasso, sta cercando di ridurre l’indebitamento operando dove può. Nel 1994 la Comunità montana, all’epoca la Valle Curone-Grue-Ossona, aveva assegnato un edificio a Lunassi, frazione di Fabbrica Curone, all’associazione Circolo Lunassese per allestire il Museo della civiltà contadina. La delibera stabiliva che le spese di manutenzione straordinaria e per l’energia elettrica sarebbero state a carico dell’ente, tra l’altro proprietario dell’immobile. Poche mesi fa, però, il commissario liquidatore di quella che poi è diventata la Terre del Giarolo, ha scritto al circolo per chiedere copia del contratto di affidamento del museo relativo anche alle spese per la gestione e per informarlo della necessità di risolvere tutti i contratti di fornitura di beni e servizi in capo alla (ex) Comunità montana. In totale, in base alle bollette arrivate all’ente, ha richiesto al circolo 807 euro di energia elettrica, invitando l’associazione a subentrare alla Terre del Giarolo nella fornitura.

Un filatoio esposto nel museo (foto da circololunassesse.it)

Il presidente del circolo, Dino Cavallero, ha risposto che esiste la delibera del 1994 ma non un contratto con la Comunità montana relativo al museo e che l’associazione non può farsi carico della spesa indicata, per cui ha chiesto di sospendere la fornitura dell’energia elettrica. “Peraltro – ha risposto inoltre Cavallero, se non intendevate più sostenere la spesa di energia elettrica si doveva a suo tempo sospendere la fornitura. Questa verrà riallacciata non appena le risorse finanziarie del circolo lo permetteranno”. L’edificio che ospita il museo, tra l’altro, è tra i beni che la Comunità montana intende cedere all’Unione montana Terre Alte o ai privati. “Le utenze del museo Lunassi – spiega Tabasso – sono una delle tante “opere a fondo perduto” che ha fatto la Comunità montana negli anni. E bene ha fatto, se queste opere propongono cultura e altre positività. Ma i debiti per la Comunità montana continuano a rimanere, anzi ad aumentare con il passar del tempo. Debiti al quale nessuno vuol fare fronte, oltre ai tanti contenziosi”.