“Il termovalorizzatore è più che mai necessario perché la discarica di Novi è ormai esaurita, dopo decenni di politica sui rifiuti voluta e imposta dalla sinistra”. Il segretario della Lega e consigliere comunale di Novi, Giacomo Perocchio, negli ultimi tempi sta forzando sull’ipotesi preannunciata dal neopresidente del Consorzio servizi rifiuti, Angelo Ravera, circa la possibilità di realizzare un termovalorizzatore nella discarica di Novi. Ovvero, raccontato in parole semplici, un inceneritore altamente tecnologico capace di produrre energia elettrica, rivendibile in parte alle compagnie energetiche, producendo quindi anche un profitto.
“Noi guardiamo a una soluzione legata al termovalorizzatore, purché sia ad ampio raggio – dice Perocchio – e che possa quindi coinvolgere numerosi territori per un bacino di almeno un milione di abitanti. Non basterebbe la sola raccolta porta a porta, altrimenti ci troveremmo a spedire i nostri rifiuti anche all’estero. I nuovi termovalorizzatori sono a bassissima emissione, producono energia pulita e ci eliminerebbero la discarica”.
“Sulle dichiarazioni di Ravera e Perocchio dobbiamo fare diverse considerazioni – replica Lucia Zippo, capogruppo d’opposizione in consiglio comunale del M5S -. Intanto il tema “inceneritore” sul quale il nostro movimento non è assolutamente d’accordo, non è di loro competenza, a prescindere che dovrebbe prima esistere un complesso studio che parta dal potenziale bacino d’utenza. E non ci risulta che esista.
Inoltre, considerando i recenti dati di statistica sanitaria che vedono la provincia di Alessandria come la più inquinata del Piemonte e una delle più inquinate d’Italia, non mi sembra il caso di aggiungere un’altra fonte d’ inquinamento, tale da aumentare un possibile aumento dei tumori. Nessuno fa nulla o ha fatto nulla ma che qualcuno aggiunga fattori negativi come l’inceneritore, è ancor peggio. La direzione è verso la raccolta porta a porta spinta”.
Dal fronte dell’opposizione del Pd, un tempo favorevole al termovalorizzatore, oggi si levano gli scudi a difesa della raccolta porta a porta. “In termini non ideologici ma d’impostazione generale è vero che i termovalorizzatori non siano mai stati visti da noi negativamente. Però
oggi qui non c’è la necessità di farne uno e comunque la programmazione sarebbe di competenza regionale. In consiglio comunale l’altro giorno ho fatto un richiamo alla maggioranza, per fare in modo che il presidente del Csr si attenga alle indicazioni dell’assemblea dei sindaci. L’assemblea del consorzio, infatti, scelse di portare avanti il porta a porta spinto e moltissimi comuni sono già partiti, ottenendo risultati importanti. Adesso aspettiamo che anche Novi e Tortona lo facciano. Noi avremmo cominciato col porta a porta a ottobre, ma i sindaci hanno chiesto una proroga di 6 mesi. La proposta del “sacco secco” di Ravera, inoltre, lascia quindi il tempo che trova”.