Nel 2022 il Consorzio tutela del Gavi porterà il Gavi docg a Londra e New York per due eventi promozionali grazie ai fondi ottenuti dal ministero delle Politiche agricole attraverso la Regione. Il Consorzio ha infatti ottenuto 105 mila euro per il progetto da 220 mila presentato per partecipare al bando regionale dedicato alla promozione dei vini piemontesi all’estero, fuori dall’Unione europea. Il presidente Maurizio Montobbio e il consorzio andranno oltre Manica e Oltreoceano forti di un record, il numero di bottiglie del Gavi docg nel 2021. “Il 2021 – dice Montobbio – è stato un anno sorprendente. Pur con il peso della pandemia sulle spalle, la nostra denominazione, grazie al lavoro di tutti, è riuscita a raggiungere un risultato da record: sono oltre 14,7 milioni i contrassegni ministeriali richiesti quest’anno dai produttori al Consorzio, 14,7 milioni di bottiglie che portano il nome di Gavi in Italia e, soprattutto, nel mondo. Siamo consapevoli che la ripresa dipenda dalla ripartenza dei consumi e dal costante aumento delle vendite retail – trend che potrebbe essere messo in discussione dalla recrudescenza dei contagi e dal conseguente inasprimento delle misure restrittive – ma siamo altrettanto convinti che, grazie ad una gestione scrupolosa e tempestiva dello sblocco delle riserve vendemmiali, abbiamo controllato l’offerta e colto tempestivamente le opportunità che si sono presentate”. Prosegue il presidente:
“Al fine di consolidare questo contesto di crescita (circa 2,4 milioni di bottiglie in più rispetto al 2020) il Consorzio punterà nel 2022 a promuovere il Gavi Docg nei due mercati di punta – Regno Unito e USA – realizzando due eventi – a Londra e a New York – all’inizio dell’estate. Vogliamo quindi portare fisicamente la denominazione – il vino e il suo territorio – dove il Gavi è già protagonista e innescare un volano di gestione positiva non solo dei volumi, ma del valore del marchio Gavi, in termini di tipicità e riconoscibilità. Il vino è un prodotto globale, lo sappiamo – aggiunge Montobbio -, ma con un forte vincolo territoriale: abbiamo dunque il dovere di tutelare la nostra terra, rafforzare le politiche di sostenibilità, investire in ricerca e nella riorganizzazione del comparto, per esprimere in modo responsabile e coerente l’identità della nostra denominazione, guadando al futuro. Ci aspettano dunque sfide ambiziose per il prossimo anno, che non potremo che affrontare con rinnovato entusiasmo e passione”.