Doveva anticipare il piano di contenimento vero e proprio, invece l’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Alberto Cirio, circa venti giorni fa finora non ha avviato alcun abbattimento di cinghiali nella zona infetta dalla Psa e nelle aree limitrofe. La denuncia arriva da Coldiretti Alessandria, che con il presidente, Mauro Bianco, dice: “E’ inaccettabile che, a quasi 20 giorni dall’ordinanza regionale relativa al depopolamento dei cinghiali, manchino ancora gli strumenti applicativi affinché si possa veramente partire con le azioni di contenimento straordinarie e specifiche su tutti i territori”. Da parte della Regione, infatti, sostiene l’associazione, “non sono state fornite dettagliate indicazioni operative per l’autocostruzione di gabbie e recinti di cattura, ma anche le linee guida per i programmi e il profilo dei docenti per le attività di formazione dei cacciatori, sia rispetto al corso di 3 ore sulla biosicurezza necessario per gli interventi nelle aree A1 e A2, sia per il corso di abilitazione dei soggetti attuatori del piano di depopolamento”. L’abbattimento indicato dalla Regione prevede infatti l’uso delle gabbie e solo della caccia di selezione, con cacciatori che devono seguire un corso di abilitazione.
Un’attività che può essere praticata anche di notte. L’ordinanza prevedeva anche che gli abbattimenti dovessero essere avviati “immediatamente e con la massima intensità” fino al 30 giugno. A oggi, la Regione non ha ancora alcun dato sugli abbattimenti previsti nell’ordinanza, come conferma l’assessore alla Caccia Marco Protopapa: “Numeri non ce ne sono ancora. Il mio assessorato ha dato alle Province i fondi per l’acquisto delle gabbie e per i recinti per gli agricoltori, come hanno richiesto le associazioni agricole. L’assessorato alla Sanità dovrebbe far partire a breve i corsi per la formazione dei cacciatori per la caccia di selezione”. A breve il Parlamento dovrebbe approvare in via definitiva la conversione in legge del decreto del governo sulla Psa. Con l’ultima caso di carcassa positiva trovata a Prasco, secondo Protopapa la prima recinzione anti Psa potrebbe essere costruita non più a Ovada e Molare, come previsto, ma nell’Acquese. Il virus si sta infatti diffondendo sempre più verso ovest.