Meno celebre delle vicine Cinque Terre, ma molto affascinante agli occhi di chi le si avvicina dal mare con le imbarcazioni. Millenni di bellezza, venti anni nel “club” dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. E’ l’Isola Palmaria, oasi che fa parte del Parco Naturale Regionale di Portovenere, borgo di fronte al quale si mostra nella sua particolarità.

Testo di Alessandro Tavilla, foto di Vittorio Puggioni

palmariaFa parte dell’arcipelago spezzino, nel golfo di La Spezia, insieme agli altri isolotti Tino e Tinetto, di dimensioni minori. Sono due le tesi sull’origine del suo nome così particolare. La più accreditata ritiene che derivi con alte probabilità dal termine “Balma”, ossia grotta, mentre per un numero minore di studiosi sono le palme nane abbastanza diffuse sulla sua superficie ad esserne la causa.

Gabbiano reale
Larus argentatus

Ma a prescindere da queste curiosità, è la meraviglia naturale di questo luogo che attrae i visitatori. L’Isola Palmaria, meno celebre delle vicine Cinque Terre, si mostra affascinante già agli occhi di chi le si avvicina dal mare con le imbarcazioni. Le grotte, le falesie a picco sul mare, le spiagge selvagge e quelle attrezzate e i suoi colori naturali accolgono tutti coloro che vogliono percorrerne i suoi svariati itinerari estesi tra la terra e il mare.
Un luogo scelto non solo dall’Unesco nel 1997, ma da secoli anche dai gabbiani. Sono numerosi, infatti, gli uccelli che l’hanno eletta come dimora preferita e come approdo sicuro, colonizzandola in maniera stabile.
Ma il valore paesaggistico della Palmaria può essere apprezzato maggiormente una volta sbarcati sul suo arenile. Ad esempio, partendo dalla costa, gradevole è il percorso che conduce alla cima dell’isola. Un cammino durante il quale si amplifica l’orizzonte da ammirare e al culmine del quale si osservano con piacere le zone coltivate e l’isola del Tino, con la scogliera che si tuffa ripida in mare e il suo simbolo, il faro.
Una vista che addirittura consente di scorgere il passaggio di testimone tra la costiera ligure e quella toscana.
E’ tutto un dolce panorama che anche scendendo nuovamente verso il litorale svela le contorte calette di roccia che ricordano di sovente i fiordi norvegesi, fino alla visione della frontale Portovenere. Il piccolo paese che si anima tra il suo frequentato e colorato porticciolo e il promontorio che lo protegge.

palmariaisoladeltino
Isola del tino dalla Palmaria

Ma una delle caratteristiche della Palmaria, come ogni isola che si rispetti, è anche la presenza di angoli naturali meo accessibili e per questo ancor meglio conservati nella loro bellezza. Si tratta della Grotta dei Colombi, che può essere raggiunta solo calandosi con delle corde, e della Grotta Azzurra, a cui ci si arriva a bordo di una barca.
E probabilmente è proprio questa molteplice varietà di aspetti e di luoghi che ha convinto i gabbiani a stanziarsi qui e a non andar più via.

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