L'area di cascina Borio allagata nel 2020 prima dell'eliminazione dell'acqua da parte della Riccoboni

Non risultano effettuati i monitoraggi piezometrici periodici a cadenza mensile, previsti nel Piano di monitoraggio e controllo allegato all’autorizzazione ambientale della discarica di cascina Borio”. Lo scrivono il Comune e sette cittadini di Sezzadio al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, al quale hanno segnalato la situazione della ex cava, dove la Riccoboni sta allestendo da tempo la futura discarica di rifiuti. Gli stessi, lo scorso anno, si erano rivolti al tribunale ordinario di Alessandria chiedendo di verificare se l’acqua presente per mesi sul fondo dell’area a partire dal 2019 provenisse o meno dalla dalla falda freatica superficiale (e profonda) sottostante, “la cui esistenza e le cui caratteristiche – è scritto nella segnalazione al ministro – sono state considerate ai fini della valutazione di compatibilità ambientale dell’impianto, nell’ambito del procedimento che ha condotto all’adozione del provvedimento autorizzativo”. Che la falda lì sotto sia presente non lo nega neppure la Provincia ma per il giudice il ricorso del Comune è risultato inammissibile poiché i ricorrenti non hanno dimostrato di aver già adesso subito un danno e quindi non ha nominato nessun perito per verificare la provenienze dell’acqua. Gli amministratori comunali e i cittadini ritengono infatti che non sia stato rispettato il “franco” di sicurezza minimo di tre metri tra il fondo della discarica e la quota di massima escursione della falda freatica superficiale.

Il ministro Sergio Costa

Per questo, in base agli studi eseguiti da due geologi, chiedono che sia avviato “un monitoraggio piezometrico che consenta di coprire almeno un anno idrologico per individuare le caratteristiche peculiari dell’acquifero superficiale e di scongiurare qualsiasi tipo di interazione tra corpo rifiuti e falda superficiale”. Il timore è infatti che la “spazzatura” venga a contatto con la falda da cui si alimentano gli acquedotti dei paesi dell’Acquese. La Riccoboni punta a tutelare la falda con uno strato di argilla ma questa soluzione potrebbe essere inutile se lo scavo effettuato in passato nella ex cava è arrivato a contatto con la falda: “E’ necessario verificare – scrivono i firmatari della segnalazione al ministro Costa – che detto strato non possa essere soggetto a cicli di saturazione, con fenomeni di rigonfiamento, ritiro, fessurazione e decadimento delle caratteristiche dello strato impermeabile. Per questo è opportuno, prima del completamento dei sistemi di impermeabilizzazione, l’avvio di una fase di monitoraggio piezometrico periodico/continuo delle escursioni di falda essenzialmente per i piezometri già esistenti in area Riccoboni e in piezometri ubicati lungo il limite ovest e sud in prossimità del rio Scapiano e nord (Opera Pia)”. Oltretutto, misurazioni eseguite su aree vicine a cascina Borio e precisamente nella cava dell’impresa Favelli, nel Comune di Castelnuovo Bormida, e interessate da linee di flusso della falda omogenee con quelle della futura discarica, hanno fatto emergere “livelli di falda del tutto diversi da quelli rilevabili dalle scarne misurazioni eseguite nel sito della discarica nel 2011 e, di esse, grandemente superiori”.