Stop alla balneazione nel Piota a Silvano d’Orba. È quanto dispone l’ordinanza firmata dal sindaco Ivana Maggiolino il 13 agosto in base al risultato delle analisi effettuate dall’Arpa sulle acque del torrente. Si parla infatti di un possibile rischio sanitario per chi si tuffa nelle acque a causa della presenza di “materiale galleggiante marrone e maleodorante, assimilabile a materiale di origine fecale”. Una situazione di potenziale pericolo, che ha imposto lo stop alla balneazione fino a che, dice in soldoni l’ordinanza, le prossime analisi delle acque non daranno risultati migliori. E per avere risultati migliori quasi certamente si dovrà attendere la pioggia. Il torrente, però, come tutti quelli in Piemonte, in realtà non era balneabile comunque, come spiegano dall’Arpa: “Nei corsi d’acqua piemontesi vige sempre il divieto di balneazione, sia perché chi fa il bagno lo fa senza alcuna sicurezza (per esempio, un bagnino, ndr) sia perché la carica batterica presente nelle acque indicata dalla legge per la balneabilità è molto difficile da rispettare.
A Silvano, quindi – dice il direttore Alberto Maffiotti -, come altrove, la balneabilità era già vietata. Abbiamo poi riscontrato un’elevata concentrazione di colibatteri fecali dovuti a scarichi di origine umana e quindi comunicato al Comune i risultati delle analisi. L’origine di queste sostanze? Non c’è alcun scarico abusivo a monte. L’acqua, a causa del caldo, scorre meno e la concentrazione di queste colibatteri aumenta per forza di cose”. L’ordinanza, secondo l’Arpa, è quindi una raccomandazione ulteriore per i bagnanti. Nel 2017, a Gavi, numerosi bagnanti che si erano tuffati nel Lemme nei pressi del lago Cortese si erano poi sentiti male proprio per il proliferare dei batteri dovuto alla poca acqua e alle temperature elevate. In quel caso, come per il Piota, il mix climatico e il possibile aumento degli scarichi dai depuratori a causa dei turisti ha fatto crescere i colibatteri, n nonostante la presenza del depuratore di Voltaggio a monte.