Fuoriuscita di schiumogeni dal cantiere del Terzo valico di Radimero, ad Arquata Scrivia. L’episodio, avvenuto il mese scorso, è stato reso noto solo nei giorni scorsi. Inizialmente, si era parlato di allagamento del cantiere a causa di un falda acquifera intercettata dalla talpa meccanica che sta scavando il tunnel da 53 km sotto l’Appennino. L’acqua fuoriuscita dalla galleria, secondo questa versione, aveva trascinato con sé gli schiumogeni fino al rio che attraverso il cantiere. L’Arpa invece sostiene che le cose sarebbero andate diversamente. Dalle cisterne che contengono i tensioattivi, situate appena fuori dalla galleria, hanno iniziato a uscire gli schiumogeni finiti nel depuratore del cantiere e da lì nel corso d’acqua. E’ stata la Seli Overseas, azienda che ha vinto l’appalto per lo scavo del tunnel, a denunciare l’accaduto. Subito sono state messe azione le pompe per cercare di fermare le schiume dirette verso la campagna e quindi verso lo Scrivia.

Il tunnel del Terzo valico a Radimero di Arquata

I dipendenti della Seli Overseas hanno anche dovuto realizzare una sorta di diga lungo il corso d’acqua per cercare anche in questo modo di contenere le sostanze. Le cisterne, sostiene l’Arpa, hanno perso i tensioattivi per ragioni che l’azienda ha definito incidentali. Il personale dell’Arpa ha effettuato le analisi necessarie a comprendere possibili conseguenze per l’ambiente mentre la Seli Overseas ha subito avviato la bonifica e il ripristino del rio invaso dalle schiume. L’Arpa ha subito fatto comunicazione alla Provincia ed eventualmente lo farà anche alla Procura della Repubblica. La talpa meccanica sta procedendo a rilento per via della presenza di amianto e ha già incontrato, come spiegano dall’Arpa, alcune microfalde acquifere. Il Cociv, su quanto avvenuto a Radimero, non rilascia dichiarazioni.