Il Cipe ha deciso, non si può più tornare indietro”. Il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere (Pd) commenta così l’interrogazione presentata dal parlamentare della Lega, Riccardo Molinari, con la quale si chiede in sostanza al governo di fare marcia indietro rispetto alla cancellazione della Shunt, la deviazione della linea ferroviaria del Terzo valico dei Giovi verso Alessandria e Torino, prevista nel progetto e cancellata a dicembre dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) su richiesta del Comune di Novi Ligure. Obiettivo dell’amministrazione novese è infatti far transitare dentro la città, sulla linea storica, i treni del Terzo valico per farli arrivare nello scalo merci di San Bovo, da decenni in attesa di essere rilanciato. Una scelta che ha fatto sorgere molti dubbi fra la popolazione e ha visto la creazione del comitato Contiamoci, che paventa un inquinamento da polveri sottili e da rumore, vibrazioni sulle strutture degli edifici, distruzione dei sottoservizi (linee elettriche, acquedotti, linee gas metano, ecc…) e il loro rifacimento e l’inserimento di barriere antirumore. Tesi che Molinari ha fatto propria nella sua interrogazione rivolta al governo, in attesa, si presume, della formazione del nuovo esecutivo di cui la Lega farà parte insieme ai 5 stelle. L’esponente leghista ha infatti chiesto di “riconsiderare la validità di una bretella che colleghi il Terzo Valico con la linea per Alessandria, provvedendo al finanziamento dello Shunt Torino. Far passare treni ad alta velocità in mezzo a Novi Ligure è un azzardo che causerebbe un impatto devastante sul delicato ecosistema della zona.

Il cantiere del Terzo valico nel basso Pieve, a Novi Ligure (foto da terzovalico.it)

Non solo. Aumenterebbe esponenzialmente l’inquinamento acustico e atmosferico della città e si creerebbero numerosi disagi per l’interruzione della viabilità, senza contare l’impossibilità di completare il piano esecutivo convenzionato. I cittadini – sostiene Molinari – sono preoccupati: la variante di interconnessione di Novi Ligure alternativa allo Shunt rischia di essere un boomerang negativo per la popolazione. Con questa interrogazione chiediamo al governo un’analisi attenta delle numerose criticità legate alla realizzazione di quest’opera e soprattutto l’ipotesi di riconsiderare il progetto della bretella che colleghi il Terzo Valico con la linea per Alessandria, provvedendo al finanziamento dello Shunt Torino”. Una marcia indietro che Muliere ritiene impossibile: “La procedura per la cancellazione dello Shunt si è conclusa con il parere del Cipe dopo una conferenza dei servizi e anni di valutazioni. L’utilizzo della linea storica per il Terzo valico eviterà che il nodo ferroviario di Novi venga escluso dalla nuova ferrovia, visto che risulta impossibile spostare la stazione. Inoltre, permetterà di evitare l’esecuzione di lavori in una grande fetta di territorio, evitando di costruire i sette km di linea dello Shunt e, infine, permetterà il rilancio di San Bovo, che non è più una fantasia, visto che c’è un impegno concreto da parte di una società privata e di Rfi”. L’interrogazione di Molinari, al di là degli effetti che potrà avere, mette già in evidenza le differenze tra Lega e 5 stelle sul futuro del Terzo valico. Per i pentastellati, infatti, l’opera, seppure avviata, deve essere sottoposta a una valutazione costi-benefici seria per arrivare a uno stop, nonostante i fondi già stanziati. Per i “padani”, invece, la nuova linea ferroviaria va conclusa.