Secondo il Consorzio tunnel dei Giovi (Ctg), per avere maggiore sicurezza per i lavoratori e in futuro per i treni nel tunnel del Terzo valico sotto l’Appennino servono interventi più costosi ma il Cociv non ci sente. È quanto emerge dal verbale dell’incontro tra Ctg, che sta scavando la galleria appenninica, e i sindacati, avvenuto il 23 agosto, convocato l’11 agosto. La situazione nel cantiere di Castagnola, a Fraconalto, e a Cravasco, sul versante ligure, dev’essere molto difficile, se le due imprese che formato la Ctg, Pizzarotti e Collini, hanno messo in cassa integrazione per tredici settimane 300 lavoratori fermando l’attività di entrambi i cantieri. Nell’incontro è stato ricordato come l’Asl 3 di Genova abbia fermato lo scavo di una delle canne del tunnel a Cravasco “per problematiche deformative e rilascio” del fronte di scavo. Si teme per la sicurezza dei lavoratori dopo che a Castagnola, a ottobre del 2020, proprio il fronte era crollato addosso a un operaio.

Nella riunione è stato sottolineato come “l’ammasso, i mezzi e la metodologia di scavo sono le medesime fra Cravasco a Castagnola”. La Ctg chiede più soldi, circa 40 milioni, poiché vuole sistemare centine più resistenti sulle volte delle gallerie rispetto al previsto in modo da evitare guai ai lavoratori e alla linea una volta che sarà in esercizio ma il Cociv non ancora redatto la perizia di variante in corso d’opera per le nuove sezioni che si stanno realizzando. La Ctg ha ribadito che “la problematica geologica è in discussione da dicembre e solo oggi il Cociv ha avviato un confronto per valutare l’impatto in termini di costi e tempi”. Costi più elevati che la Ctg ha quindi probabilmente già dovuto sostenere in tutti questi mesi. Ora i fari sono puntati sull’incontro richiesto al commissario del Terzo valico, Calogero Mauceri. Fino a ieri i sindacati non avevano ricevuto alcuna comunicazione.