Una manifestazione contro la discarica a Sezzadio

Per ora sono solo accordi sulla carta, visto che i soldi non ci sono. La falda di Sezzadio-Predosa, a rischio inquinamento a causa della discarica di rifiuti di cascina Borio, a Sezzadio, resta centro dei progetti di potenziamento degli acquedotti di Alessandria, Novi Ligure, Ovada e Tortona. La Provincia, che ha autorizzato la discarica con la passata amministrazione di centrosinistra, insieme alla Regione e all’Ambito territoriale ottimale (Ato) 6 ha firmato e approvato il protocollo di intesa che indica le priorità negli interventi con i quali contrastare le crisi idriche sempre più frequenti ma i soldi per le opere continuano a non esserci, almeno per ora. Quasi tutti i progetti di costruzione di nuove condotte considerati prioritari sono legati appunto alla falda in questione: sono previsti collegamenti con località Rebba, a Ovada, con i pozzi di Bettole a Novi Ligure e con quelli di Molinetto ad Alessandria. Altre opere riguardano il collegamento dei pozzi di Castellar Ponzano, a Tortona, con quelli di Bettole a Novi e di Alessandria nonché la messa in sicurezza dei pozzi di Molinetto. Opere che nel complesso costano 77,5 milioni di euro, coperti solo per 5,2 milioni dai per fondi per l’emergenza deliberati a febbraio dello scorso anno dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Vittorio Risso (al centro)

L’accordo parla di coperture finanziarie tramite la tariffa del sistema idrico integrato, tutt’altro che sufficiente, secondo Gestione Acqua. “Nessuno dei progetti indicati come prioritari – spiega Vittorio Risso, direttore della società novese, che gestisce gli acquedotti di oltre 70 Comuni – è al momento fattibile poiché i fondi non ci sono. Restiamo quindi nel campo delle ipotesi per le interconnessioni tra Predosa, Novi e Tortona. Considerando i fondi della Presidenza del Consiglio e il nostro contributo economico arriviamo a circa 4 milioni, fuori dalla portata degli importi previsti”. Per questo Gestione Acqua ha optato per altri interventi, di minore entità ma considerati comunque urgenti, come i lavori all’impianto di pompaggio di Cassano, ai pozzi di Bettole di Novi e della sponda sinistra dello Scrivia a Tortona, oltre alla Lavagnina per conto del consorzio Madonna della Rocchetta. Restano nel libro dei sogni anche gli interventi indicati nel protocollo come di “interconnessione secondaria”, come il ripristino del Lago superiore della Lavagnina, dentro il Parco Capanne di Marcarolo, già contestato per l’impatto ambientale che avrebbe sul’area protetta, un collegamento tra rete degli acquedotti con i laghi del Gorzente, un nuovo invaso in val Borbera e un sistema mini invasi nella Val Curone.