I pochi abitanti di un Comune come Carrega Ligure devono avere gli stessi diritti di cittadinanza di chi vive a Roma, Torino o Milano”. Così il presidente dell’Uncem nazionale, Marco Bussone, e dell’Uncem regionale, Roberto Colombero, hanno scritto in una lettera inviata a vari ministri (Patuanelli (Sviluppo economico), Pisano (Innovazione tecnologica), Franceschini (Beni culturali) e Lamorgese (Interni)) per denunciare il caso dell’antenna di Vegni, più che mai necessaria alla comunità locale non solo della frazione ma di una parte importante del territorio comunale ma stoppata dal parere negativo della Soprintendenza al Paesaggio. A Vegni Wind-Tre aveva chiesto di installare un ripetitore vicino al cimitero su un terreno della parrocchia di Santa Maria Assunta. La frazione e altro borgate avrebbero finalmente avuto un segnale telefonico e web decente. Inoltre, con i fondi ricavati dal canone, la Curia avrebbe potuto riaprire la chiesa del paese, chiusa poiché pericolante. Comune, Aree protette dell’Appennino Piemontese, Arpa e Unione montana avevano tutti dato l’ok, compresa la comunità.

Il ministro Stefano Patuanelli

Per la Soprintendenza, invece, Piano paesaggistico regionale alla mano, il ripetitore deturpa il paesaggio. A quel punto, il sindaco, Luca Silvestri, aveva scritto a tutti gli enti e ai parlamentari alessandrini usando toni duri (“La montagna e l’Appennino muoiono perlopiù di cieca burocrazia”) e chiedendo all’amministrazione regionale di considerare l’antenna opera strategica, in modo da superare il veto della Soprintendenza. Marco Bussone, con Roberto Colombero, rappresentanti dell’Unione degli enti montani, ha preso a cuore il caso di Carrega e ha scritto al vari ministri del governo Conte, come si diceva, ricordando che a chi risiede in paesi montani e poco abitati vanno garantiti gli stessi diritti di chi abita nelle grandi città: “Nessuno vuole deturpare il paesaggio né mettere a rischio la salute dei cittadini. I sindaci cercano solo risposte a un divario digitale che è sempre più un’emergenza nazionale e le imprese e gli enti devono essere agevolati per ridurre le sperequazioni. Il rischio è che i sindaci siano lasciati soli e che le imprese vadano altro ma non in montagna