Inizia domani, 13 luglio, ad Alessandria il processo all’ex sindaco di Gavi ed ex consigliere regionale Nicoletta Albano, rinviata a giudizio a dicembre con l’accusa di concussione e peculato. Il primo reato fa riferimento alla richiesta di dimissioni che Albano fece nei confronti del sindaco Rita Semino il 29 dicembre 2019. Da vice di quest’ultima, secondo l’accusa, Albano prima cercò di ottenere l’ok alle dimissioni proponendole 10 mila euro e l’assunzione della nipote nell’organico del Comune “tramite l’organizzazione di un concorso pilotato”. Semino firmò la lettera di dimissioni scritta da Albano, che voleva tornare sindaco. La motivazione erano presunti problemi di salute della Semino, che nelle settimane successive rifiutò però di farsi visitare da un medico chiamata dalla vicesindaco. A quel punto, poiché le dimissioni non sarebbero state effettive senza un certificato medico, Albano si fece accompagnare dal capo dell’ufficio tecnico, Pierpaolo Bagnasco, sindaco di Stazzano, a Casalnoceto, dove ha sede la Alfi, società titolare dei supermercati Gulliver, catena dove lavora la nipote della Semino. All’amministratore della Alfi Albano, secondo l’accusa, intimò di licenziare la giovane o trasferirla altrove.
Pochi giorni dopo, il 22 gennaio, il blitz dei carabinieri, inviati dalla magistratura alessandrina in municipio e a casa del vicesindaco in base alla registrazione del colloquio tra Albano e Semino del 29 dicembre. Nel filone della concussione sono coinvolti Bagnasco e l’ex segretaria comunale Giovanna Sutera per favoreggiamento: il primo per aver accompagnato Albano a Casalnoceto, la seconda per non aver raccontato quanto sapeva ai carabinieri che l’avevano interrogata il 23 gennaio 2020. venne intercettata all’uscita della caserma di Novi mentre al telefono diceva di aver fatto “la fata smemorina”. Rispetto al peculato, Albano si sarebbe fatta rimborsare illecitamente dal Comune spese per viaggi all’estero, cene e per l’acquisto di zanzariere e scope elettriche tra il 2011 e il 2019. Nell’agosto del 2020 la Procura le ha sequestrato 81 mila euro per queste spese. C’è infine l’accusa di falso relativa a una seduta della Commissione elettorale che ha certificato le dimissioni dei consiglieri di maggioranza a fine gennaio 2020, decisa dalla Albano per far decadere la Semino: sono coinvolti Albano, Sutera, Bagnasco e l’allora consigliere comunale Eugenio Rabbia. Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune e Rita Semino.