Poche righe, quelle della famiglie Gastaldo e Borghello, ma che rendono bene il livello di indignazione che hanno scatenato in loro (e nei gaviesi) le parole del vicesindaco di Gavi, Nicoletta Albano, usate per difendersi dalle accuse di concussione arrivate dalla Procura di Alessandria. Ieri l’ex consigliere regionale ha rilasciato alcune dichiarazioni all’Ansa con le quali ha interpretato al meglio, come già avvenuto in passato, il ruolo di vittima: “Ce l’hanno con me, nonostante tutto ciò che ho fatto per i gaviesi” è in sostanza il suo refrain. Albano, a proposito del blitz dei carabinieri in municipio e in casa sua alla ricerca di prove sulla concussione ai danni del sindaco Rita Semino, ha detto: “E’ un caos. E non me lo merito…Mi sono occupata dell’alluvione che lo scorso autunno ha messo in ginocchio la nostra comunità, segnata anche dalla morte di un vigile del fuoco nostro compaesano per i tragici fatti di Quargnento. Ho fatto tutto questo e poi qualcuno si è rivelato così”, riferendosi alla Semino, che a suo dire sarebbe l’autrice dell’esposto che ha avviato l’indagine, tesi smentita dal primo cittadino. La citazione dei tragici fatti di Quargnento, dove il 5 novembre morì Matteo Gastaldo insieme a due colleghi, ha fatto dire ai familiari del vigile del fuoco gaviese:

Matteo Gastaldo

Le famiglie Gastaldo e Borghello chiedono alla vice sindaco dottoressa Nicoletta Albano di non fare uso strumentale della morte da eroe del “Nostro” Matteo Gastaldo, che nulla ha a che vedere con le sue personali problematiche politiche e giudiziarie. Ringraziamo per il rispetto che siamo certi verrà dimostrato”. Un messaggio inviato anche personalmente alla Albano, che nelle sue dichiarazioni ha puntato il dito contro la Semino anche rispetto alla candidatura a sindaco del 2016: secondo il vicesindaco, “nel 2016, non potendo ripresentarmi dopo due mandati consecutivi, da parte dell’attuale sindaco c’è stato un ‘ma sì, vado io’. Una volta in Consiglio, però, è sempre ‘passo la parola al vicesindaco’”. In realtà, la Semino all’epoca tergiversò parecchio prima di accettare. A qualcuno arrivò a dire di sentirsi “tra l’incudine e il martello” e in Consiglio comunale Albano ha sempre tenuto in pugno le sedute come faceva in precedenza, addirittura concedendo e togliendo la parola ai consiglieri, compito che spetta invece al sindaco.