[the_ad_placement id=”adsense-start”]Spetta allo Stato italiano intervenire sull’amianto diffuso sul territorio a causa del Terzo valico ma la normativa europea dispone che “quando sono scaricati rifiuti contenenti fibre o polveri di amianto in discariche autorizzate a tal fine, detti rifiuti siano adeguatamente trattati, imballati o ricoperti, tenendo conto delle condizioni locali, per evitare la dispersione nell’ambiente di particelle di amianto”. È la risposta del commissario europeo Karmenu Vella all’interrogazione presentata dall’europarlamentare 5 stelle Tiziana Beghin a proposito di quanto sta avvenendo nella ex cava di cascina Clara e Buona, ad Alessandria, sito di deposito dello smarino del Terzo valico, dove sono state riscontrate, specie nelle acque, notevoli quantità di fibre di amianto.
Quanto indicato dalla Commissione europea, secondo Tiziana Beghin, “non viene certamente rispettato ad Alessandria, per prima cosa perché il sito Clara e Buona non ha le caratteristiche per la gestione di queste micidiali sostanze e di conseguenza non sono a disposizione nemmeno gli strumenti per trattarle, con enormi rischi di contaminazione ambientale. La risposta della Commissione europea – dice l’europarlamentare – non lascia dubbi: se si getta dell’amianto in discarica, lo si deve fare nel rispetto della normativa europea. Cosa che evidentemente in questo caso non è avvenuta, ma ovviamente chi ne fa le spese sono sempre i cittadini. Questa è solo l’ultima delle irregolarità legate al Terzo Valico ed avvallate a turno da destra e sinistra”.
La Commissione parla anche della rilevanza per la salute dell’amianto in caso di ingestione di acque contenenti fibre, proprio come è stato riscontrato nei pozzi piezometrici vicini al sito alessandrino, e ricorda che la normativa dell’Unione è in corso di riesame. “L’articolo 13 della direttiva 2008/98/CE – scrive il commissario Vella – indica esplicitamente che gli Stati membri prendono le misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna”. Alla Clara e Buona, oltretutto, sono stati riscontrati livelli di schiumogeni (utilizzati per lo scavo del tunnel del Terzo valico tramite la talpa meccanica) oltre i limiti di legge e altri tipi di rifiuto. Per questo i 5 Stelle chiedono ancora una volta al sindaco di Alessandria, Rita Rossa (Pd), di fermare definitivamente i conferimenti di smarino in nome del principio di precauzione.
Uno strumento per l’amministrazione comunale alessandrina potrebbe essere proposta di deliberazione popolare per fermare lo smarino del Terzo Valico, sottoscritta da 400 cittadini e sostenuta da una petizione firmata da altri 2000, promossa dai circoli Val Lemme e Ovadese-Valle Stura di Legambiente, dal comitato Alessandria No Amianto dal Terzo Valico e da Pro Natura Alessandria. La proposta, depositata a gennaio, non è stata inserita dalla maggioranza di centrosinistra neppure nell’ordine del giorno del Consiglio comunale del 26 aprile mentre si avvicina la data delle elezioni amministrative di giugno.”E’ estremamente grave – dicono i promotori – che il Consiglio Comunale e il suo presidente non si siano assunti la responsabilità politica di portare in discussione entro la fine della legislatura questo importante provvedimento che tocca profondamente la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente. Eppure i tempi c’erano tutti. I fatti avvenuti presso il sito di Cascina Clara e Buona, dall’alluvione dello scorso novembre, alle misurazioni Arpa delle fibre di amianto nell’acqua di falda, per finire pochi giorni fa col superamento del 100% dei limiti degli schiumogeni nel materiale depositato, hanno purtroppo confermato i timori dei cittadini e richiedono interventi efficaci per porre radicalmente fine alla situazione. Non ci vengano a dire che non saprebbero come fare per impedire il conferimento del pericoloso smarino all’interno del territorio del comune di Alessandria: in tal caso, chiedano al governo di fermare l’opera che, come è sempre più evidente, oltre che inutile e costosa è anche pericolosa. Se il Consiglio Comunale (consiglieri di maggioranza e minoranza tutti compresi) snobberà la proposta di deliberazione popolare, ai cittadini non resterà che ricordarsene l’undici giugno quando andranno a votare”. Un’arma non da poco per le opposizioni in vista del voto, sempre che la vogliano utilizzare.